martedì 29 gennaio 2013

Mps, dal partito alla banca. Un esercito di lottizzati

I numeri parlano chiaro: su 24 consiglieri della Fondazione Monte dei Paschi di Siena 14 sono di emanazione politica. E su 12 amministratori della banca Mps 6 sono eletti dalla Fondazione. È questa l’anomalia senese. L’incestuoso rapporto su cui negli ultimi giorni, dopo anni di silenzio e inspiegabile miopia, si sono accessi i riflettori della magistratura, della politica e dell’opinione pubblica. I numeri dicono molto, ma non bastano a spiegare fino in fondo quello che è successo, e succede, nella città toscana e nel terzo gruppo bancario del Paese. Il doppio filo che lega banca Mps e fondazione, infatti, non è un caso isolato. A dicembre 2011, delle 88 Fondazioni di origine bancaria 18 non hanno più partecipazioni dirette nelle rispettive banche conferitarie, ma 56 ne detengono ancora una quota inferiore al 50% e le altre 14, compatibilmente con la deroga introdotta nel 2003 alla legge Amato-Ciampi hanno una partecipazione superiore al 50%. Da qualche mese la Fondazione Mps detiene il 34,9% della banca (dal precedente 51%) e rientrerebbe dunque ampiamente nella media degli enti italiani di origine bancaria.

L’anomalia dell’ente Mps, in effetti, non è tanto nel pacchetto di azioni della banca in suo possesso, quanto nella natura assolutamente monocolore della politica che ne controlla le nomine del consiglio e che, nel corso degli anni, ha creato una forma di potere monolitico ben differente da quello di altre Fondazioni dove, pur con tutti i suoi limiti, il vecchio manuale Cencelli ha creato un minimo di alternanze e contrappesi.
Per capire meglio l’anatomia del potere dentro il Montepaschi è utile conoscere chi sono i 14 attuali consiglieri della Fondazione Mps di emanazione politica (il 60% del totale). Ci viene in aiuto un lavoro certosino realizzato dall’economista Tito Boeri in collaborazione con la Voce.Info. Alla presidenza siede Gabriello Mancini, che dall’85 al 2009 è stato ininterrottamente consigliere comunale di San Gimignano, in provincia di Siena, dov’è nato. Una carriera politica partita con la Dc, che gli ha procurato anche un seggio alla Regione Toscana dal 1991 al 1995, e poi proseguita nel centrosinistra.

C’è poi Fiorenza Anatrini, consigliere al Comune di Siena per il Pds dal ’93 al ’97 e poi assessore tecnico alla provincia di Siena dal 2004 al 2009. Una carriera tutta nel Comune natale di Sinalunga (sempre provincia di Siena) quella di Maurizio Botarelli, che nell’85 entra in consiglio per il Pci poi, dopo una pausa in provincia con il Pds (dal ’95 al ’99), torna da vincitore nel 2004, dove ottiene l’elezione a sindaco, che mantiene anche nel 2009 per un secondo mandato. Prima assessore (dal ’95 al 2004) e poi sindaco per il centrosinistra, dal 2004 ad oggi, è invece il curriculum di Paolo Brogioni, nel comune senese di Colle di Val d’Elsa. Solo due mandati da consigliere a Poggibonsi con la Dc, dal 1985 al ’95, sono gli incarichi collezionati da Pietro Burresi. E due, dal ’94 al ’2002, anche per Stefano Culicchi, consigliere del Pds prima e del centrosinistra a Sarteano (sempre Siena).

Ben più nutrita la carriera di Franca Mariotti, che al Comune di Asciano tra l’85 e il 2004 è stata prima consigliere, poi assessore e infine sindaco, per due mandati. Sempre per il Pci-Pds. Poi un passaggio con i Ds alla Provincia di Siena tra il 2004 e il 2005. E in Provincia, come assessore, tra il 2004 e il 2009, c’è anche Mauro Mariotti (presumibilmente parente).
Fuori porta, a Grosseto, si è svolta invece l’attività di Lio Scheggi, prima assessore al comune (’93 e ’97) e poi presidente della Provincia tra il ’99 e il 2009 (due mandati) per i Ds.
Solo un mandato da consigliere comunale per il Psi (’85-’90) a Colle di Val D’Elsa per Vittorio Galgani, vicepresidente della Fondazione Mps.
Un’escalation tra l’85 e il 2005 per Enrico Cecchetti, che passa dal Comune di Lucca alla Provincia di Lucca fino alla Regione, con il Pci-Pds-Ds, dove dal 2001 al 2005 è vicepresidente del Consiglio. Un solo mandato da consigliere al Comune di Siena dal 2001 al 2006 è infine il tabellino di Riccardo Martinelli.
E si arriva così all’opposizione. A rappresentare il contrappeso negli equilibri del potere senese ci sono ben due consiglieri della Fondazione. Alessandro Grifoni, consigliere al Comune di Siena dal ’93 al 2001, ed Enrico Bosi, consigliere comunale a San Gimignano dal 2001 al 2004 per il Partito popolare e poi a Firenze dal 2004 al 2009 per Forza Italia.

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