domenica 13 gennaio 2013

Gli italiani maledicono Monti: 4 su 10 non arrivano a fine mese

Emergenza lavoro, tasse, difficoltà ad arrivare a fine mese. È questa, per gli italiani, l’eredità che il governo di Mario Monti lascia per il 2013. Per la netta maggioranza, l’anno appena iniziato non porterà ad alcuna evoluzione positiva. Anzi, quasi 9 italiani su 10 pensano di dover assistere nei prossimi dodici mesi ad un ulteriore peggioramento. Il quadro di totale sfiducia emerge da un sondaggio Confesercenti-Swg, secondo cui solo il 16% degli intervistati, la metà rispetto allo scorso anno, vede in arrivo un miglioramento per l’economia del Paese, mentre il restante 84% pensa che il 2013 porterà ad un aggravamento delle prospettive generali.

Le prospettive per la propria famiglia e la situazione personale non sono meno negative. L’86% degli italiani interpellati nell’indagine non crede in un miglioramento. Il 52% ritiene che la situazione rimarrà la stessa, in aumento del 5% sullo scorso anno. Calano gli ottimisti, che passano dal 17 al 14%, mentre restano più o meno stabili i pessimisti, che scendono al 34% dal 36% dello scorso anno. La lista di priorità indicate per il prossimo governo inizia dall’emergenza lavoro, seguita dall’esigenza di abbassare le tasse e di ridurre i costi della politica. L’accento posto sulla questione occupazione, spiega Confesercenti, nasce dalla crescente difficoltà degli italiani ad arrivare alla fine del mese con i loro guadagni. Ed è questo il dato forse più drammatico che emerge dall’indagine. Se nel 2010 circa il 72% del campione riusciva a far fronte alle spese della famiglia per tutto il mese, quest’anno la percentuale cala bruscamente al 59%.  Del resto, calcolano Adusbef e Federconsumatori, il governo Monti ha stangato le famiglie presentando un conto di 8.336 euro nel biennio 2012-2013: 2.200 euro di aumenti di prezzi e tariffe, 4.636 euro di «costi occulti» derivanti dall’aumento del debito pubblico e 1.500 euro di ulteriori rincari previsti per il 2013. «Addossare in un biennio 8.336 euro sulle spalle di ogni famiglia», attaccano le associazioni dei consumatori, «oltre ad uccidere la ripresa dell’economia, uccide qualsiasi speranza sul futuro». Anche secondo il Codacons, i risultati dell’indagine condotta da Confesercenti sono allarmanti e fanno prevedere un anno orribile per l’economia italiana. «Con questi presupposti, nel 2013 si verificherà una ulteriore riduzione dei consumi, che farà segnare un nuovo record negativo per il nostro paese».

Non va meglio per le imprese, soprattutto quelle piccole, anche loro convinte che il 2013 sarà all’insegna di austerity e recessione. Per le piccole imprese, il barometro segna ancora tempesta e il 2013 sarà ancora un anno di stagnazione. Il quadro, ancora carico di difficoltà e di incertezze emerge da un’indagine svolta dal Censis per conto della Cna su un campione di 450 imprese con meno di 50 addetti. Secondo i risultati della ricerca, quasi la metà delle imprese (46,8%) si trova in una fase di «ridimensionamento» e il 45,3% di stagnazione (45,3%). Solo l’8% si trova invece in una situazione migliore, di ripresa dopo un periodo di difficoltà (4,5%), di consolidamento (2,6%), o di «crescita» vera e propria: ma queste ultime rappresentano appena lo 0,8% del campione. Sono le imprese più piccole a soffrire di più: si trova in fase ridimensionamento il 46,8% di quelle con 1-4 addetti, il 54,7% di quelle che ne hanno tra 5 e 9; nelle aziende più grandi tale quota scende al 33,5% tra le imprese che hanno 10-19 occupati e al 26,2% per quelle che ne hanno 20-49.

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