sabato 15 settembre 2012

Roma-Madrid, derby dei poveri per chiedere gli aiuti della Bce

Se è vero, come molti sostengono, che quando la Spagna cederà sugli aiuti europei l’Italia dovrà seguire a ruota, è meglio che Mario Monti si prepari. Secondo quanto rivela un giornale finanziario olandese, Het Financieele Dagbla, infatti, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale starebbero già negoziando i termini di un piano di salvataggio per Madrid da 300 miliardi di euro. A condurre i negoziati sarebbero in prima persona il numero uno dell’Eurotower, Mario Draghi, e il direttore del Fondo, Christine Lagarde. La notizia è arrivata mentre era in corso a Nicosia la riunione informale dell’Eurogruppo, durante la quale, secondo quanto hanno riferito fonti europee, i ministri delle Finanze avrebbero fatto pressioni sul collega spagnolo perché il suo Paese presenti al più presto la richiesta di aiuti.

Inevitabile e scontata, secondo quanto si diceva, la smentita di Vittorio Grilli, che ha subito negato qualsiasi pressing sulla Spagna. E per evitare che i mercati puntino preventivamente il fucile su Madrid, anche Fmi e Bce si sono affrettati a negare trattative in corso. Mentre il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha voluto sottolineare che la Spagna sta per presentare il piano delle riforme ed è pronta a «misure aggiuntive», se necessario. Eppure, la voce che la penisola iberica stia per gettare la spugna circola con insistenza. E lo stesso ministro delle Finanze. Luis de Guindos, giungendo alla riunione, ha ammesso che al vertice si sarebbe discusso proprio delle condizioni per l’intervento della Bce a sostegno di Paesi come Italia e Spagna. Dicendosi inoltre sicuro che l’Europa non farà richieste ulteriori rispetto a quanto già messo in cantiere dal governo.

Al di là dei negoziati reali, comunque, il tentativo di questi giorni, su cui più o meno tutti si stanno applicando, è far durare il più a lungo possibile gli effetti sui mercati delle “promesse” di Draghi (rafforzate dalle mosse della Fed). Basti pensare che grazie al calo dello spread di questi giorni (ieri ha chiuso a 331) il governo italiano può contare su un risparmio potenziale rispetto a una settimana fa di circa 10 miliardi.
All’Eurogruppo di Cipro l’ex governatore ha messo le mani avanti per evitare «l’eccessiva enfasi», ma ha fatto capire di essere soddisfatto dei primi frutti dell’annuncio del programma di acquisti di titoli di Stato (Omt) per i Paesi che ne faranno richiesta. Draghi si è infatti dichiarato più «ottimista», pur ricordando che sono «i mercati a decidere», e che «c’è molto lavoro da fare». Nell’elenco c’è anche l’opera di persuasione che lo stesso presidente della Bce farà al Bundestag, dove si recherà per spiegare lo scudo anti-spread.
Draghi ha poi spiegato che l’effetto positivo si manterrà fino a quando i governi faranno i loro compiti. Per ora, ha comunque detto, l’intervento della Bce la Spagna non l’ha ancora richiesto e l’Italia «non l'ha discusso», ma è un fatto che Madrid presenterà un nuovo piano a settembre e che il governo italiano si è impegnato a portare avanti gli impegni presi. Ai due Paesi Draghi ha riconosciuto «progressi straordinari», specie «se si considera quello che hanno fatto negli ultimi sei mesi e lo si confronta con quello che non hanno fatto per molti anni».
E nel pomeriggio, dopo una conversazione telefonica, anche Mario Monti e Angela Merkel hanno espresso il loro apprezzamento sul cambio di passo di questa settimana. «Un’evoluzione positiva», si legge in una nota di Palazzo Chigi, «è stata riscontrata circa la consapevolezza da parte dell’opinione pubblica europea che soluzioni all’attuale crisi finanziaria devono emergere da una più intensa cooperazione nell’ambito europeo». 

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