mercoledì 12 settembre 2012

Befera fa il buonista: abbiamo esagerato

Parla di «guerra» e di «battaglie» il soldato Attilio Befera, chiamato a combattere l’eterna lotta contro «il male», che per chi ancora non lo sapesse è «l’evasore fiscale». La giornata del super direttore dell’Agenzia delle Entrate nonché presidente di Equitalia inizia con una lunga intervista al Corriere della Sera per poi proseguire con un’audizione sulla delega fiscale alla commissione Finanze della Camera.

 Befera attacca, si difende, spiega e precisa. Ma è nelle metafore apocalittiche che dà il meglio. L’evasione? «È la grande piaga del nostro Paese», «un male da eliminare». E per contrastarla serve una vera e propria «guerra», che richiede il sostegno di tutti. «Mi devo convincere», ha detto rivolto ai deputati, «che non siamo soli in questa battaglia». Il riferimento è alle critiche per i clamorosi blitz anti-evasione nelle località di villeggiatura. «Abbiamo fatto dei controlli, come quelli di Cortina», ha precisato, «non perché ci stavano antipatici ma perché dall’incrocio dei dati risultavano sospetti. Sono azioni mirate». Di qui l’apprezzamento per la sponda robusta offerta più volte da Monti, di cui Befera condivide pienamente i riferimenti di carattere bellico. «Il premier ha sempre ribadito la necessità di eliminare questo male. Gliene siamo grati», ha spiegato il direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Un sodalizio, quello tra Monti e Befera, che non sembra, però, trovare riscontri nei numeri. Malgrado le fanfare e le minacce, nel 2012 dalla lotta all’evasione fiscale, ha rivelato il direttore vicario dell’Agenzia, Marco Di Capua, «ci auguriamo di attestarci sui risultati dello scorso anno». In altre parole, il governo Monti riuscirà a recuperare la stessa quantità di tasse evase del governo Berlusconi. Se tutto va bene. Perché, ha spiegato sempre Di Capua, «il gettito nel 2011, pari a 12,7 miliardi, è stata una graditissima sorpresa». Mentre nel 2012 le entrate da ruoli hanno subìto una flessione che «speriamo di recuperare in questo scorcio di anno». D’altra parte è lo stesso Befera a confessare al Corriere che un anno fa il fisco era più severo. Gli ispettori hanno mollato la presa? «Lo dicono i dati», risponde. La «legge è cambiata», e «quest’anno nei primi sei mesi, 22 blocchi amministrativi di veicoli, contro i 188mila dello stesso periodo dell’anno scorso, e 2.700 ipoteche, quando erano state 29mila».

Befera è comunque pronto a rivendicare quanto rastrellato fino ad ora come un suo bottino personale. «Da quando sono direttore sono stati recuperati oltre 40 miliardi» su 120-130 di evasione, ha detto con orgoglio. Ammettendo però subito dopo: «Qualche volta abbiamo esagerato, ma abbiamo preso gli evasori, non il pinco pallino che passava per la strada, né cittadini onesti e vessati».
Sulla delega Befera, che ha voluto sbandierare il suo “nuovo” stipendio di 300mila euro (fino a un anno fa prendeva oltre 450mila euro), ha evidenziato la necessità di rivedere le agevolazioni, molte «assolutamente desuete», e le rendite catastali, in molti casi «vetuste»
Quanto al redditometro, il direttore ha spiegato che entrerà presto in funzione. C’è stato qualche ritardo, «ma ho preferito avere uno strumento efficace». Entro settembre, infine, si chiuderà l’istruttoria sugli adempimenti, che potrebbe, si spera, portare ulteriori semplificazioni.

© Libero