venerdì 28 settembre 2012

Comuni in tilt, slitta il verdetto Imu

Un altro mese di attesa per conoscere il verdetto sull’Imu. Come nei migliori thriller la tensione va mantenuta fino all’ultima scena, altrimenti non c’è gusto. Anche per la stangata sulla casa, a quanto pare, dovremo restare col fiato sospeso. Dopo aver chiesto e ottenuto l’ennesimo differimento della scadenza per la chiusura dei bilanci preventivi, slittata dal 30 settembre al 31 ottobre, i Comuni sono infatti tornati a bussare a Palazzo Chigi per avere una ulteriore proroga, questa volta relativa alla delibera di riequilibrio dei bilanci.

 «È necessario», si legge in una nota ufficiale dell’Anci, «che il governo vari il Decreto Legge che riguarda i Comuni e che differisce al 30/11 il termine per l’approvazione». Il varo di tale decreto, secondo l’associazione dei comuni guidata dal sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio, «è un impegno che il governo si è assunto, in conseguenza del quale i Comuni non hanno convocato i Consigli per adempiere a tale obbligo». La mancata proroga di questo termine, avverte l’Anci, «metterebbe in seria difficoltà centinaia e centinaia di Comuni».
Delle difficoltà dei contribuenti, però, nessuno ne parla. Si dà il caso che l’equilibrio di bilancio è proprio quello in cui si prevedono, tra le altre cose, anche le proiezioni in entrata e in uscita dovuti all’Imu ed è quindi prevedibile quindi che l’aumento delle aliquote venga deliberato nella stessa seduta del Consiglio comunale.
Quelle aliquote sono le percentuali che gli italiani, i comemrcialisti, i caf e i patronati stanno aspettando da mesi, considerato che proprio per evitare problemi ai Comuni il governo prima dell’estate ha deciso di far pagare la prima rata calcolando l’acconto sull’aliquota base.

Ma il decreto Salva Italia prevede oscillazioni discrezionali dei sindaci del 2 per mille sulla prima casa e del 3 sulla seconda. Il che significa che in sede di conguaglio, ricalcolando l’intero importo con le nuove aliquote, l’esborso non sarà affatto identico alla prima rata, ma ben più alto. Si calcola che mediamente per una prima casa, agli acconti di giugno e settembre, si dovranno aggiungere altri 58 euro, con punte di 331 euro a Roma, 143 euro a Milano, 136 euro a Bologna, 194 euro a Rimini, 107 euro a Padova e Verona. Rincari la cui entità, visto l’andazzo, il contribuente potrà conoscere soltanto pochi giorni prima della scadenza prevista per il 16 dicembre.
Aspettando la mazzata, da Confedilizia arriva l’allarme sugli effetti perversi dell’Imu sul mercato degli affitti. Secondo l’associazione guidata da Corrado Sforza Fogliani il passaggio dalla vecchia Ici alla tassa immobiliare ha comportato per i locatari un peso talmente elevato (fino a casi limite del 2000% in più) da rischiare di far scomparire i contratti regolari. «Sotto il peso della fiscalità», ha denunciato Sforza Fogliani, «l’affitto legale si sta spegnendo e si prepara una situazione dagli effetti sociali drammatici». 

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