sabato 4 luglio 2009

Gli operai Fincantieri contro la Cgil

Altro che comportamento antisindacale. Sarà difficile per la Fiom dimostrare in tribunale che l’accordo integrativo di Fincantieri, non firmato dai metalmeccanici della Cgil, rappresenta una violazione dei diritti dei lavoratori da parte dell’azienda. Forse sarà più facile per Fincantieri portare avanti la causa di risarcimento (si è parlato di 20 milioni) contro la Fiom per aver bloccato a più riprese la produzione con scioperi ed iniziative di protesta. Quegli stessi lavoratori, infatti, non sembrano affatto così entusiasti della guerriglia ingaggiata ormai da moltissimo tempo contro il colosso cantieristico italiano. Anzi, interpellati in merito all’accordo integrativo firmato lo scorso primo aprile si sono dichiarati in maggioranza favorevoli. Alla faccia di quelle percentuali bulgare che stando alla versione della Fiom starebbero appoggiando la richiesta di mandare tutto all’aria.

Quando qualche mese fa Cisl e Uil proposero di dare la possibilità a chi non aveva firmato il nuovo contratto di rinunciare all’aumento previsto, l’iniziativa fu subito denunciata come una sfacciata provocazione. In realtà, forse si sarebbe saputo in anticipo quello che è stato il risultato della consultazione effettuata tra i lavoratori. Sessantasei Rsu su 129 elette all’interno del gruppo si sono infatti espresse a favore dell’accordo e, se i numeri non ingannano, si tratta, seppure di misura, della maggioranza della forza lavoro aziendale. Piaccia o non piaccia le Rsu sono rappresentanze sindacali unitarie che vengono elette da tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti al sindacato.

«Come Fim e Uilm», si legge in una nota diffusa dalle segreterie nazionali, «abbiamo ritenuto doveroso, pur ritenendo che l’accordo da noi sottoscritto il primo aprile con Fincantieri sia valido a tutti gli effetti sia economici che normativi, verificare coerentemente con le indicazioni positive avute nelle assemblee svolte in tutti i siti di Fincantieri, il grado di apprezzamento di tutte le Rsu di Fincantieri e delle Società controllate».

Il risultato è, evidentemente, una doccia gelata per i duri della Fiom, che fino a qualche giorno fa parlavano di «grande mobilitazione» e di «inevitabile riapertura delle trattative». Una sicurezza che ha spinto il sindacato guidato da Rinaldini e Cremaschi ha tentare addirittura l’affondo in tribunale contro Fincantieri per comportamento antisindacale. Secondo i metalmeccanici di Cisl e Uil, chi in questi giorni ha parlato «di maggioranze delle Rsu, di maggioranze dei lavoratori e di adesioni al 90% degli scioperi indetti dalla Fiom contro l’accordo in questione di fatto sta sostenendo falsità oltre a dare informazioni prive di fondamento».

Dopo la consultazione, è chiaro che la Fiom dovrà abbassare i toni. Considerato anche che a favore dell’accordo hanno votato anche i lavoratori della Failms e dell’Ugl. Detto questo, la quota di chi non ha gradito il nuovo contratto integrativo è comunque consistente. E tutte le sigle nazionali dovranno farci i conti. Per la Fiom, però, l’episodio rappresenta qualcosa di più. È l’ennesima battuta d’arresto, dopo le contestazioni arrivate dalla base negli ultimi mesi, di un sindacato che rischia di non riuscire più a dialogare né con le aziende né con i lavoratori.

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