venerdì 17 luglio 2009

Arriva lo scudo, senza sanatoria

Ci sono volute diverse bozze, due formulazioni ufficiali e la solita, robusta dose di polemiche, ma alla fine lo scudo fiscale è arrivato. Niente Abruzzo e nessuna sanatoria, l’emendamento al dl anti-crisi presentato ieri dai relatori Chiara Moroni (Pdl) e Maurizio Fugatti (Lega) nelle commissioni Bilancio e Finanze prevede soltanto un’aliquota complessiva del 5% per i capitali rimpatriati o regolarizzati. Per quest’ultima opzione è necessario che i soldi nascosti all’Agenzia delle entrate siano detenuti in Paesi dell’Unione europea. Lo scudo è applicabile alle attività finanziarie e patrimoniali detenute almeno alla data del 31 dicembre 2008 o rimpatriate e regolarizzate a partire dal 15 ottobre e fino al 15 aprile 2010. Il gettito previsto è stato per ora fissato a un euro. Non si tratta di una presa un giro, ma di una cifra fittizia dovuta, si legge nella relazione tecnica, alla «assoluta imprevedibilità» delle risorse che verranno recuperate attraverso l’operazione. Il governo si aspetta comunque un ritorno per l’erario di 3-3,5 miliardi, che saranno inseriti in una contabilità speciale e potranno essere utilizzati a partire dal 2010.Il parto della norma non è stato semplicissimo. La prima formulazione del testo, presentata alla Camera nel corso della mattinata, ha scatenato la furiosa reazione dell’opposizione. Nell’emendamento non erano infatti chiaramente indicati quali reati fossero esclusi dalla copertura dello scudo. Immediata l’insurrezione di Pd e Idv , favorita anche dallo scivolone di Tremonti che ha mandato al diavolo un cronista che chiedeva lumi sulla vicenda. Sotto accusa, in particolare, la possibilità di sfuggire a fattispecie come la bancarotta, il falso in bilancio e il riciclaggio.Nel pomeriggio è arrivata la seconda formulazione, che continua a prevedere l’impossibilità da parte del fisco di utilizzare il rimpatrio come “elemento a sfavore del contribuente, in ogni sede, amministrativa o giudiziaria, in via autonoma o addizionale”. Ma sembra escludere (anche se il testo non è chiarissimo) dal campo di applicazione dello scudo tutti i reati, ad eccezione di quelli tributari relativi alla dichiarazione infedele e all’omessa dichiarazione. Il testo ricalca di fatto le disposizioni contenute nella sanatoria del 2001. L’emendamento prevede anche l’aumento delle sanzioni per l’omessa dichiarazione di detenzione di investimenti e attività all’estero: potrà variare dal 10 al 50% (rispetto al 5 e 25%) ma senza possibilità di confisca. Ora non resta che aspettare il via libera della Ue, che però ha gia fatto sapere che in assenza di elementi discriminatori o di violazioni alla libera circolazione dei capitalia non ci sarà alcun ostacolo.

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