giovedì 8 settembre 2016

Sei miliardi per i più poveri. Il conto lo saldano i lavoratori

Scivolo per i pensionati e allargamento della quattordicesima, sconto contributivo per le partite Iva dell’Inps e bonus insegnanti, sostegno alle aree depresse e fondo povertà, fino al  contratto degli statali. Con l’approssimarsi della legge di bilancio, che dovrà arrivare in Parlamento entro il 20 ottobre, il promessificio di Matteo Renzi ha iniziato a lavorare a getto continuo. Impegni, interventi, sgravi, agevolazioni. La lista degli annunci a sostegno delle categorie più deboli, che si aggiungeranno alle misure già previste dal Def di aprile, è corposa. E, malgrado i pessimi risultati dell’economia italiana certificati nei giorni scorsi dall’Istat, con una crescita nulla e previsioni per il pil del 2016 molto al di sotto delle previsioni (0,7-0,8% rispetto all’1,2 stimato dal governo), c’è da scommettere che l’elenco della spesa lieviterà ancora. Resta da capire, come sempre, dove il premier troverà i soldi per mantenere tutti gli impegni.

BONUS SCUOLA
Anche ammettendo che da qui all’approvazione della manovra le promesse aggiuntive si arrestino, ipotesi alquanto peregrina, il conto già si aggira sui 6 miliardi. Per alcune delle misure messe sul tavolo martedì dal premier durante la trasmissione Porta a Porta il calcolo è già noto e definito. Per rinnovare il bonus da 500 euro destinato alla formazione di tutti i 762mila docenti, ad esempio, servono gli stessi 381 milioni di euro già stanziati nell’anno in corso. Sempre che in cassa non avanzi qualcosa. Il mancato arrivo della card promessa e l’inserimento dei 500 euro in busta paga ha costretto gli insegnanti a rendicontare le spese, aprendo la strada a possibili errori o erogazioni illegittime.

PENSIONI MINIME
Conti già sul tavolo del sottosegretario Tommaso Nannicini, che sta seguendo il dossier, anche per il capitolo partite Iva. Oggi un iscritto alla gestione separata dell’Inps paga di contributi il 27% del reddito, più un altro 0,72% per alcune prestazioni assistenziali. Un’aliquota congelata due anni fa ma che sarebbe dovuta aumentare fino al 33%. L’idea del governo è di ridurla al 25%, un punto in più di artigiani e commercianti, ritoccando al rialzo (1 o 1,25%) quella per l’assistenza. L’operazione, che dovrebbe portare nelle tasche dei lavoratori circa mille euro l’anno (i soliti 80 euro), costerà circa 350 milioni di euro. Leggermente più vaghe le stime sugli interventi previdenziali. L’ipotesi di portare dai 750 euro al mese a 1.000 euro il beneficio della cosiddetta quattordicesima pensionistica (concessa agli over 64 con un reddito inferiore a 1,5 volte il trattamento minimo) allargherebbe la platea da 2,2 milioni di persone a circa 3,4 milioni. Il costo previsto oscilla tra i 600 e gli 800 milioni.
Più o meno la stessa cifra è quella ipotizzata per finanziare l’Ape, il prestito pensionistico che dovrebbe consentire ai lavoratori di andare in pensione se mancano meno di tre anni ai requisiti per la vecchiaia. L’esiguità delle risorse è dovuta al fatto che il governo interverrà solo a sostegno dei redditi molto bassi. Gli altri si pagheranno l’anticipo da soli, con la pensione futura.
Ancora in alto mare è invece il capitolo Pa, quello più pesante in termini economici. Secondo i sindacati per rinnovare i contratti degli statali, come imposto circa un anno fa da una sentenza della Corte Costituzionale, servirebbero almeno 7 miliardi. Il governo, però, pensa ad aumenti selettivi e leggeri. In questo modo il conto dovrebbe assottigliarsi intorno ad una cifra che oscilla tra i 2 e i 2,5 miliardi. Ma c’è chi sostiene che alla fine il ministero dell’Economia metterà sul tavolo fino a 3 miliardi.

IL PACCHETTO LAVORO
Alle promesse di Renzi bisogna poi aggiungere quelle di altri esponenti di governo. A partire dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Il titolare del welfare ha infatti annunciato ai sindacati un pacchetto da 370 milioni a sostegno delle aree di crisi complesse. Di questi 85 milioni serviranno a prolungare la Cigs per 12 mesi e per una serie di interventi sulla formazione. Altri 150 milioni saranno destinati alla nuova Asdi (assegno contro la disoccupazione di 500 euro al mese senza vincoli Isee) e gli ultimi 135 milioni al potenziamento della Naspi per i lavoratori stagionali. Sempre Poletti ha poi assicurato che la dotazione del fondo per l’inclusione attiva contro la povertà sara portato dall’attuale 1 miliardo a 1,5 miliardi.
Complessivamente si tratta di circa 6 miliardi che andranno a pesare su una manovra che, tra sterilizzazione dei 15 miliardi di aumenti Iva e interventi sulla produttività, già viaggia sui 25-30 miliardi di euro. Tirarli fuori tutti dal cappello della flessibilità Ue sarà praticamente impossibile.

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