giovedì 22 settembre 2016

La Boldrini tarocca i sondaggi per trasformarci in euroentusiasti

Viva l’Europa, abbasso i muri. Archiviate le complicate e rigorose procedure statistiche di sondaggisti e studiosi, a fornire la verità definitiva sul rapporto tra gli italiani e la Ue ci ha pensato la Camera dei deputati, con un bel sondaggio on line in perfetto stile grillino. La consultazione, partita in pompa magna lo scorso febbraio, si è conclusa a fine agosto, con la partecipazione telematica di circa 10.500 persone.


Per un’analisi completa e dettagliata dei risultati bisognerà aspettare ancora qualche mese. I sette «eurosaggi» (Pier Virgilio Dastoli, Tiziana Di Simone, Enrico Giovannini, Eva Giovannini, Simone Fissolo, Enzo Moavero Milanesi, Arianna Montanari) incaricati di elaborare le risposte del sondaggio presenteranno la loro relazione solo all’inizio del prossimo anno. Ma l’esito della consultazione, secondo la presidente Laura Boldrini, è già chiarissimo. «Tre quarti dei partecipanti», ha spiegato raggiante la terza carica dello Stato durante una conferenza stampa insieme al presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, «affermano che l’Europa ha portato dei vantaggi, tra i quali la libera circolazione delle persone, lo scambio culturale, pace e stabilità: questa è la risposta a chi dice che dopo Brexit dobbiamo fermarci e pensare solo alle questioni economiche, la nostra consultazione ci dice qualcosa di diverso». Per quanto riguarda le frontiere, dal sondaggio «esce anche forte e chiaro un no ai muri».

E noi che pensavamo che l’Italia fosse il regno dell’euroscetticismo, della diffidenza, dell’insoddisfazione verso gli euroburocrati. Tutte menzogne. Come quelle che, evidentemente, ci racconta da tempo l’Eurobarometro, l’indagine statistica periodica effettuata dal Parlamento europeo. L’ultimo report, del maggio scorso, ci dice che il 54% degli italiani non ha alcuna fiducia nelle istituzioni Ue e il 49% neanche si sente cittadino europeo. Opinioni che sembrano confermate dalle principali società demoscopiche. Per Swg, ad esempio, la percentuale di italiani che credeva nei vantaggi legati alla permanenza nella Ue è passata dal 70% del 2002 al 20% di oggi. Mentre il 52% è dichiaratamente euroscettico.
Per la società di Ilvo Diamanti il 60% degli italiani sarebbe favorevole ad una reintroduzione dei controlli alle frontiere, mentre per Demopolis la quota di cittadini sfiduciata è addirittura al 68%. Secondo Ipr Marketing il 58% degli italiani dubita che l’Unione abbia un futuro e uno su due ritiene che la recessione sia stata amplificata dalle dottrine rigoriste di Bruxelles. Il 58% dei nostri concittadini, infine, gradirebbe esprimersi in un referendum, secono le rilevazioni effettuate da Ipsos Mori.

Possibile che negli stessi mesi gli italiani abbiano cambiato completamente idea, sviluppando un travolgente amore verso la Ue? La realtà è che il sondaggio realizzato dalla Camera è un po’ diverso dalle indagini statistiche effettuate dai più noti istituti di ricerca. Il dato principale sbandierato dalla Boldrini, ad esempio, è riferito alla percentuale ottenuta da una delle dieci possibili risposte alla domanda (peraltro per nulla neutra) «vantaggi dell’Unione europea?». Tra le varie opzioni c’era quella «nessun beneficio», che ha ottenuto il 23% delle scelte. Ma i partecipanti potevano segnare fino a tre risposte per ognuna delle sei domande chiuse (la settima raccoglieva proposte e suggerimenti liberi) e le percentuali sono dunque tutte sballate o comunque molto lontane da quelle prodotte dai sondaggi con risposta secca «sì-no».
Anche volendo prendere per buono il metodo, comunque, con lo stesso criterio bisognerebbe leggere pure le altre risposte. Alla domanda «in cosa l’Ue è stata inadeguata?», ad esempio, l’opzione «in nessun settore» è stata cliccata solo dal 2,6% degli utenti. Il che significa che il 97,4% dei partecipanti ritiene la Ue inadeguata. Ma questo, la presidente, si è ben guardata dal dirlo.

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