giovedì 26 maggio 2016

Sparito un miliardo per le famiglie

Un miliardo di euro  sparito nel nulla. Accade anche questo nei bilanci ultramiliardari dell’Inps, dove tra entrate e uscite i conti faticano sempre a tornare. A farne le spese, questa volta, sono le famiglie, che per colpa di qualche ingarbuglio contabile sono state alleggerite di una quota consistente delle risorse destinate al sostegno del reddito.

Per gli occhi più attenti l’ammanco è individuabile anche scorrendo le centinaia di pagine dei voluminosi bilanci dell’Istituto di previdenza. Ma la questione è finita anche in Parlamento, dove ieri i due deputati di Democrazia Solidale-Centro Democratico Mario Sberna e Gian Luigi Gigli hanno chiesto lumi dello «scippo» direttamente al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. «Dai dati di bilancio pubblicati dall’Inps e relativi all’anno 2014», si legge nell’interrogazione parlamentare, «risulta che la spesa sostenuta per gli assegni al nucleo familiare è stata di 5.380 milioni di euro. I contributi incassati nello stesso anno risultano essere 6.401 milioni di euro. Nell’anno 2013, invece, i contributi incassati erano pari a 6.435 milioni di euro, mentre per le prestazioni relative agli assegni al nucleo familiare sono stati spesi 5.467 milioni di euro». Dai numeri, insomma,  risulta evidente che «i contributi versati dai lavoratori dipendenti e destinati alle spese per l'erogazione dell'assegno al nucleo familiare sono in parte destinati ad altro».

Una svista, un errore? Tutto vero. «L’Inps», ha candidamente ammesso Poletti, «ci ha effettivamente confermato i dati riferiti dagli interroganti per gli anni 2013 e 2014, che evidenziano un saldo positivo tra i contributi incassati e gli assegni erogati». Il miliardo, dunque, manca davvero. Chi lo restituisce? Nessuno. Secondo Poletti la notizia del buco impone soltanto di «valutare attentamente l’opportunità di modificare le condizioni e il meccanismo di erogazione dell’assegno al nucleo familiare, auspicabilmente nel contesto di un complesso e più ampio disegno di rivisitazione dell’intervento pubblico in materia di sostegno alla famiglia». Il che, hanno denunciato Sberna e Gigli, equivale a rinviare ad un’altra legge di stabilità la possibilità di recuperare soldi raccolti dalle buste paga dei lavoratori per le famiglie con figli. Senza contare che mentre un miliardo sparisce sembra non ci siano i soldi per estendere il contributo ai figli diciotteni oppure ai lavoratori autonomi, che continuano ad essere esclusi da questa forma di sostegno.

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