martedì 31 maggio 2016

Entro l'anno fusione Fs-Anas. Poi al via la quotazione in Borsa

Fusione e quotazione viaggeranno insieme, seppure con tempi diversi. Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ha voluto precisare ieri che il progetto di integrazione tra Anas ed Fs non comporterà alcuna deviazione dal percorso di privatizzazione del gruppo. La velocità di marcia delle due operazioni, però, sarà sensibilmente diversa.

Per la quotazione l’ad delle Fs, Renato Mazzoncini, ha più volte chiarito che ha intenzione di prendersi tutto il tempo necessario. Prima di ragionare sull’apertura del capitale ai privati, per cui si ipotizza un’azionariato diffuso in stile public company, il manager salito alla guida del gruppo alla fine dello scorso anno vuole prima riorganizzare tutto il business dei binari. E di carne al fuoco ce n’è tanta. Dopo aver avviato il riassetto del settore cargo («con l’obiettivo di aumentare del 30% le merci trasportate su ferro») Mazzoncini punta ora a «far convergere in Rfi tutta la rete nazionale», ovvero le 10 reti in concessione interconnesse tra di loro presenti in Italia, che assommano 3.500-4.000 chilometri. L’ad ha ricordato che c’è «un dialogo in corso» con le Ferrovie del Sud Est, attualmente commissariate. E il discorso è aperto anche con Trenord, con cui. Resta nel mirino pure l’Atac, ma la partità si potrà avviare solo dopo la nomina del nuovo sindaco.

La priorità assoluta è, però, la fusione con Anas, su cui l’azionista Tesoro ha fatto capire di avere molta fretta. Per accelerare i tempi Mazzoncini ha deciso di far slittare il piano industriale, inizialmente previsto prima dell’estate, a settembre, in modo da incorporare l’operazione nel quadro complessivo del gruppo. «Sarà un piano», ha detto l’ad nel corso della cerimonia d ’apertura dell’undicesimo World Congress on Railway Research 2016 a FieraMilano, «di turnaround, con molte operazioni importanti sul piano delle infrastrutture, con l’integrazione con Anas e con molte ferrovie concesse e con progetti per il trasporto su gomma».
Per avere un’idea della potenza di fuoco che il gruppo intende mettere in campo Mazzoncini ha ricordato che tra il 2014 e il 2016 sono previsti investitmenti per 1,8 miliardi in treni (finanziati da un bond appena deliberato dal cda), nell’ambito di un piano complessivo da 4,5 miliardi. E tra una settimana si conoscerà l’esito «della più grande gara mai fatta in Italia per il materiale rotabile dei trasporti regionali». In questo modo le Fs arriveranno alla sostituzione dell’80% di tutti i treni regionali entro il 2020.

Quanto all’Anas, considerata dal manager «una opportunità importante», entro l’estate si conosceranno i primi dettagli. Poi, come ha spiegato l’ad della concessionaria stradale, Gianni Vittorio Armani, in autunno si deciderà il nuovo regime tariffario (presumibilmente con un prelievo sull’accisa dei carburanti) per rendere la società autonoma e, soprattutto, si scioglierà il nodo dei 9 miliardi di contenzioso che gravano sul bilancio. La partita, se la tabella di marcia viene rispettata, si concluderà a dicembre.

© Libero