martedì 3 maggio 2016

Anche il governo dà il tapiro d'oro al fisco

L’inchiesta sul fisco di Striscia la notizia gli è già costata due Tapiri d’oro. Ma Enrico Zanetti resta convinto che la querela annunciata dall’Agenzia delle entrate contro la creatura di Antonio Ricci sia un errore. «L’azione legale nei confronti della stampa», spiega il viceministro dell’Economia, «dovrebbe sempre essere considerata una estrema ratio, non può essere la prima risposta».

Da una parte Striscia, che sostiene «di aver dato voce alle centinaia di segnalazioni ricevute dai contribuenti», dall’altra le Entrate, che parlano di «campagna denigratoria». Chi ha ragione?
«È sempre importante che l’attivita della Pa venga seguita dai media in un’ottica anche di tutela del cittadino rispetto a prassi scorrette che si determinano. E pero vero che tanto più forte e analitica è questa azione tanto maggiore dovrebbe essere l’attenzione nel circoscrivere e approfondire i casi. Non è invece corretto dare l’impressione di una pratica generalizzata come onestamente in alcuni servizi di Striscia è accaduto. Ed è paradossale che ora sia proprio io, di solito considerato il principale critico, l’unico a difendere l’Agenzia».

Dunque, bene la querela?
«No. Lo ripeto. La vicenda a mio avviso si dovrebbe chiudere dando alle Entrate un doveroso diritto di replica».

Striscia sostiene che l’ultima circolare dell’Agenzia delle entrate sui diritti del contribuente sia una conseguenza dell’inchiesta.
«In questo caso Striscia pecca di eccesso di protagonismo. E dico eccesso perché la loro inchiesta ha sicuramente contribuito, nelle parti meritevoli, cioè quelle di puntuale denuncia, ad aumentare l’attenzione su questi temi anche di chi magari è un po’ piu distratto. Al netto di questa vicenda, però, è in corso da almeno un anno un ripensamento significativo dell’interazione fisco contribuente che ha scardinato delle logiche consolidate».

Con quali risultati?
«Per la prima volta dopo 15 anni, dalla convenzione tra Mef e Agenzia delle entrate, grazie anche ad un forte impegno mio personale e di tutta Scelta civica, è scomparso il dato del recupero di gettito dagli obiettivi che rilevano ai fini degli incentivi monetari. Il che significa eliminare l’ossessione di portare sempre a casa qualcosa, non avere più la necessità di essere rigidi e inflessibili anche nelle micropratiche, spostare l’attenzione dal gettito all’evasione fiscale».

Basterà questo a riportare la pace tra fisco e contribuenti?
«Ci sono ancora code comportamentali che richiederanno qualche tempo di assestamento. Ma i risultati iniziano già a vedersi. Io comunque non sono ancora pienamente soddisfatto. Abbiamo alzato la la percentuale delle vittorie in contenzioso per far scattare i premi dal 59 al 63%, credo sia necessario portare la soglia ben oltre il 70%. Fondamentale sarà poi accendere un faro sul rapporto tra ciò che viene contestato e il gettito definitivo. Se chiedo 1.000 euro e poi in sede di accertamento con adesione mi accontento di 100 c’è chiaramente qualcosa che non va».

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