giovedì 5 maggio 2016

Pure il giudice beffa gli obbligazionisti. Non saranno parte civile contro Etruria

Non bastava il farraginoso decreto del governo. Ad ostacolare la possibilità per i risparmiatori di rientrare in possesso delle somme mandate in fumo dal salvataggio delle banche fallite ora ci si mettono pure i giudici. L’ennesima beffa arriva dal Tribunale di Arezzo, che ieri ha clamorosamente deciso di non accettare gli ex obbligazionisti e gli ex azionisti come parti lese nel processo a carico degli ex vertici di Banca Etruria. Il cavillo giuridico con cui il gup Anna Maria Loprete ha sbattuto la porta in faccia ad oltre 200 parti civili riguarda il capo d’imputazione nei confronti dell’ex presidente Giuseppe Fornasari, dell’ex ad Luca Bronchi e dell’ex direttore centrale Davide Canestri. L’accusa è di ostacolo all’autorità di vigilanza. Il che, secondo il giudice per l’udienza preliminare, implica che l’unica vittima legittimata a chiedere un risarcimento e dunque a costituirsi come parte civile sia Bankitalia.

Che poi l’aver nascosto informazioni rilevanti agli sceriffi di Via Nazionale abbia provocato o ingigantito i guai della banca e causato il disastro che ha travolto i risparmiatori è questione che al tribunale, evidentemente, non interessa.
La mossa del gup ha lasciato di stucco anche l’accusa, rappresentata in aula dal procuratore capo Roberto Rossi e dal pm Julia Maggiore,  che si era invece pronunicata a favore dell’ammissione di tutte le parti civili, a differenza dei legali degli ex vertici, che avrebbero preferito lasciare tutti fuori, compresa Bankitalia.

Altra vittoria della difesa riguarda la richiesta del rito abbreviato, che il giudice Loprete ha deciso di accogliere. I tre imputati saranno dunque giudicati sulla base delle sole prove raccolte e depositate dalla procura. La prima udienza è stata fissata per l’8 giugno.
Coinvolge direttamente i risparmiatori truffati l’inchiesta che la procura di Civitavecchia sta portando avanti sul suicidio del pensionato Luigi D’Angelo. Ieri la Guardia di Finanza si è presentata negli uffici della sede centrale di Arezzo dell’Etruria per una serie di acquisizioni documentali. In un mprimo tempo sembrava che le Fiamme gialle avessero puntato i riflettori sui fascicoli relativi investitori per verificare eventuali comportamenti scorretti della banca non solo nei confronti di D’Angelo, ma anche di altri clienti. In serata, però, una nota di Nuova Banca Etruria ha precisato che la Gdf era interessata ad acquisire, in riferimento alle emissioni obbligazionarie subordinate, «una generalità di informazioni relative a tutti i sottocrittori, non riferibili a singole posizioni». Nell’inchiesta non ci sarebbe ancora nessun indagato. Il legale della famiglia del pensionato si è, però, detto convinto che l’istruttoria sia «in dirittura d’arrivo».

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