Se quello di Attilio Befera non è un bluff, l’annuncio è clamoroso. L’ammontare complessivo dei rimborsi Iva per il 2013 dovrebbe raggiungere, secondo quanto affermato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate in un documento interno, quota 11 miliardi. Se così fosse, si tratterebbe di una radicale inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni, dove il fondo di tesoreria destinato al comparto fiscale è stato regolarmente saccheggiato per coprire altre voci di spesa (è il caso della riforma del lavoro della scorsa estate), con conseguenti riduzioni della giacenza.
Il risultato è stato che dagli 8,1 miliardi del 2009 (punta massima degli ultimi anni) si è precipitati a 5,8 nel 2011 e 6,9 nel 2012. Tutto, in realtà, faceva pensare a un andamento simile anche per l’anno in corso. Nella relazione tecnica del Ddl stabilità si prevedevano infatti tagli complessivi alla dotazione del fondo per 3,2 miliardi nel 2013, di 1,2 miliardi per il 2014 e di 1 miliardo nel 2015.
Poi, qualche settimana fa, complice forse la burrascosa situazione politica che impone anche agli irreprensibili sceriffi del fisco di mostrare il volto umano in vista di un eventuale nuovo esecutivo meno entusiasta di tartassare gli italiani, è arrivato il contrordine. Lo scorso 22 marzo una circolare dell’Agenzia delle entrate ha annunciato l’erogazione a breve di una tranche di 1,2 miliardi. Cifra che, se sommata alle liquidazioni dei primi due mesi, pari a 482 milioni a gennaio e ad 800 milioni a febbraio, innalza l’asticella dei rimborsi Iva in conto fiscale a circa 2,5 miliardi. Un malloppo più che consistente, soprattutto se confrontato con gli 890 milioni rimborsati nello stesso periodo del 2012.
È questo il quadro in cui si inserisce la missiva spedita da Befera, e misteriosamente comparsa anche nelle mani dell’agenzia Ansa, a tutti i direttori dell’Agenzia delle entrate. Nella comunicazione il numero uno del fisco invita i dipendenti al massimo impegno per «rafforzare il presidio dei processi connessi alla liquidazione dei rimborsi fiscali, dedicando il maggiori numero di risorse possibili alla loro lavorazione, anche impiegando risorse dedicate attualmente ad altre attività». Il tono di Befera è serio e responsabile. L’attuale congiuntura economica, ricorda il direttore, «sta determinando una diffusa crisi di liquidità per le imprese». In particolare, il volume dei crediti vantati dalle aziende, nei confronti delle pubbliche amministrazioni, nonché i lunghi tempi di pagamento «rischiano di compromettere il mantenimento dei livelli occupazionali delle aziende e rappresentano un ostacolo alla crescita del paese». Il ministero dell’Economia è gia intervenuto, con un atto di indirizzo per gli anni 2012-2014, per «consentire alle imprese di non dover sopportare un aggravio degli oneri finanziari derivanti dall’anticipazione di pagamenti di natura tributaria». All’Agenzia delle entrate, si legge nella lettera, è assegnato il compito di attuare «ogni utile iniziativa affinché i controlli e le disposizioni di pagamento dei rimborsi richiesti dalle imprese avvengano con la massima celerità.
L’esecutivo, proprio per consentire all’amministrazione fiscale di fornire un «tangibile sostegno alle imprese per superare il difficile momento, sta prevedendo consistenti accelerazioni negli stanziamenti per il pagamento dei rimborsi». Il direttore invita quindi le direzioni regionali a «dedicare ogni risorse utile alla liquidazione dei rimborsi nei prossimi quattro mesi, in modo da assicurare l’impegno totale delle somme che saranno rese disponibili in via straordinaria».
In attesa di vedere risultati concreti da Confindustria è comunque arrivato un apprezzamento sulla fiducia. L’intervento «va nella giusta direzione», ha detto Andrea Bolla, presidente del comitato tecnico per il Fisco di Viale dell’Astronomia, è uno sforzo necessario per restituire alle imprese quanto hanno anticipato e dare ossigeno al sistema produttivo».
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