Nel dettaglio, sulla prima casa la quota di sindaci che ha deciso di di caricare ulterioremente l'imposta si attesta al 31,2% dei sindaci, a fronte di un 62% che ha mantenuto l'aliquota inalterata e di un 6,8% che l'ha addirittura abbassata. È andata decisamente peggio per i proprietari di tutti gli altri immobili, con una percentuale di rincari che ha raggiunto quota 62,6% a fronte di un esiguo 1,4% di ritocchi verso il basso e di un 36% di aliquote invariate.
Il risultato, secondo i calcoli effettuati dall'ufficio studi della Uil Servizio politiche territoriali, è che l'aliquota media nazionale dell'Imu è balzata al 4,36 per mille (con un incremento del 5,6% su quella base) per la prima casa e dell'8,78 per mille per la seconda (+15,5%). Un salasso aggiuntivo che peserà non poco sul saldo dell'imposta che di qui al 17 dicembre dovrà essere versato (non senza assurde complicazioni di calcolo) dai contribuenti nelle casse statali e comunali. La mazzata di dicembre per le famiglie sarà complessivamente di circa 13,6 miliardi. Con tanti saluti alla tredicesima.
Le stime effettuate dalla Uil tenendo conto delle rendite catastali delle singole Città (A/2 e A/3), rapportate ad un immobile sito in zona semi centrale, con 5 vani, equivalenti a circa 80 mq, parlano di una stangata media sulla seconda rata di 136 euro con picchi di 470 euro nelle grandi città per la prima casa. Mentre per una seconda abitazione il saldo peserà mediamente 372 euro, con punte di 1.200 euro sempre nei capoluoghi di maggiori dimensioni. «Sarà un Natale amaro», ha commentato il segretario confederale Uil, Guglielmo Loy, «per lavoratori dipendenti e pensionati, che dovranno far fronte alla rata dell'Imu con le tredicesime».
Il giochino al rialzo degli enti locali ha ovviamente modificato il calcolo complessivo della stangata. L'Imu sulla prima casa costerà, in media, 278 euro a famiglia con punte di 639 euro a Roma; di 427 euro a Milano; 414 euro a Rimini; 409 euro a Bologna; 323 euro a Torino. Per le seconde case, l'Imu peserà mediamente 745 euro, con punte di 1.885 euro a Roma, 1.793 a Milano, 1.747 a Bologna, 1.526 a Firenze e 1.408 a Rimini. Che sono le cinque città in cima alla classifica, tutte con aliquota rigorosamente al 10,6 per mille.
In termini di gettito, le simulazioni della Uil parlano di un malloppo totale di 23,2 miliardi, di cui 3,8 per la prima casa e 19,4 per gli altri immobili. Si tratta di circa 2 miliardi in più rispetto alle stime di gettito previste dal governo nel Salva Italia. La quota che finirà nelle casse dei comuni sarà di 14,8 miliardi, mentre lo Stato centrale dovrà accontentarsi di 8,4 miliardi.
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