venerdì 14 dicembre 2012

Pronta la mazzata sui rifiuti ma è caso sulle nuove tariffe

Ancor prima di riuscire ad infilare il portafoglio in tasca, dopo il salasso fiscale di fine anno, tra Imu, Iva e acconti Irpef e Irap, dovremo già aprirlo di nuovo per l’ennesimo balzello. Entro gennaio dovrà infatti essere pagata la prima delle quattro rate della Tares, la nuova tassa sui rifiuti e sui servizi indivisibili comunali introdotta dal salva Italia dello scorso anno.



Se l’imposta municipale sulla casa vi è sembrata complicata, beh, mettevi seduti e armatevi di molta pazienza, perché questa sarà peggio. A pochi giorni dall’entrata in vigore, la confusione non potrebbe essere più grande. Anche qui, come per l’Imu, sotto la copertura della tassa locale viaggia un balzello statale. Non di poco conto, considerato che la previsione di gettito per il governo centrale è di un miliardo di euro l’anno.
La Tares unisce la vecchia tassa sui rifiuti (Tarsu e Tia) e un obolo aggiuntivo per l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, ecc. L’unica certezza, per ora, è che si pagherà molto di più di quanto si paga oggi. Per quanto riguarda i rifiuti, la norma prevede, infatti, che le bollette pagate dai cittadini coprano interamente i servizi svolti dai Comuni, cosa che oggi è così solo per 1.300 enti locali che hanno già adottato la Tia. Per l’altro 83% che ancora applica la Tarsu i sindaci dovranno aumentare l’imposta. E per farlo dovranno rivedere completamente il metodo di calcolo. Poiché non c’è ancora alcun regolamento attuativo della Tares si è infatti deciso che si applicherà la tariffa della Tia. E non è finita.

La nuova tassa dovrebbe essere calcolata sull’80% della superficie catastale. Poiché, però, i Comuni non hanno i dati necessari, anche qui si è deciso di rinviare e di partire con le basi imponibili già usate per Tarsu e Tia. Si arriva così al secondo problema, che riguarda l’obolo aggiuntivo. La legge ha fissato il valore in 30 centesimi al metro quadro, che il Comune può, però, portare fino a 40 se la situazione di cassa lo richiede. Ebbene, in perfetto stile Imu, non essendoci ancora le delibere comunali, la prima rata si pagherà comunque su un calcolo effettuato sull’attuale tariffa Tarsu/Tia più 30 centesimi a metro quadro. Poi, alla fine dell’anno, tenendo conto delle maggiorazioni locali, arriverà la stangata in sede di conguaglio. Tanto per addolcire un altro po’ il Natale. Il tutto, come se non bastasse, è ancora appeso agli ultimi passaggi parlamentare. Gli emendamenti che rendono possibile l’applicazione della tassa in via provvisoria sono stati infatti inseriti nel ddl sul codice ambientale, che non ha alcuna possibilità di finire l’iter. Le pezze normative devono quindi essere necessariamente infilate in questi giorni nel ddl stabilità, pena il caos più totale.
Quanto agli esborsi, il Sole 24 Ore ha calcolato che per una famiglia di 3 persone in 100 mq a Roma la tassa passerà da 378 a 408 euro. Un Bar di Perugia di 150 mq pagherà circa 45 euro in più, mentre per un capannone industriale di 2.500 mq a Treviso il salasso aggiuntivo potrà arrivare fino a 750 euro.

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