Gli agenti del fisco si salvano dalla spending review. Può sembrare incredibile, ma tra le varie voci di bilancio delle amministrazioni centrali dello Stato che non saranno toccate dalle sforbiciate previste dal governo ci sono proprio i servizi di riscossione e, in particolare, quelli che fanno capo ad Equitalia spa.
La Ragioneria dello Stato ha terminato da qualche giorno il rapportone sul budget dello Stato per il triennio 2013-2015. Il tradizionale documento di bilancio quest’anno è stato redatto seguendo le indicazioni del decreto 95/2012 della scorsa estate sulla Riduzione della spesa per l’acquisto di beni e servizi e trasparenza delle procedure.
Al di là della conferma dello scarso coraggio del governo tecnico nell’affondare con decisione il bisturi, gli effetti del nuovo corso sono comunque visibili. In particolare, per quanto riguarda i costi propri, ovvero quelli relativi alle spese necessarie al funzionamento della macchina amministrativa pubblica, il tesoretto scaturito dalla spending review dei professori dovrebbe ammontare a 2 miliardi e 620 milioni. Il budget per il 2013 è infatti previsto a quota 84,8 miliardi di euro, in calo rispetto agli 87,4 del budget rivisto del 2012 (non c’è ancora il consuntivo). In termini percentuali si tratta di una diminuzione del 3%.
I tre macrocapitoli in cui si divide la spesa delle amministrazioni centrali sono i Costi del personale, i Costi di gestione e i Costi straordinari e speciali. Sul primo fronte, la Ragioneria parla di «una contenuta ma significativa contrazione». Monti, in questo caso, c’entra poco. L’effetto della riduzione di spesa del 2,33%, che i tecnici quantificano i 1,78 miliardi (praticamente più della metà del bottino complessivo), è infatti principalmente dovuto ai blocchi del turn over e alle limitazioni agli incrementi retributivi disposti dal precedente governo Berlusconi.
Più consistente in termini percentuali (-12,91%) è la stretta sui Costi di gestione, che porterà risparmi per 1,12 miliardi di euro. Il tesoretto arriva in buona parte, per 885 milioni, dall’aggregato Acquisto di servizi ed utilizzo di beni di terzi relativo al ministero della Difesa. Tale diminuzione, si legge nel documento, «sconta le minori esigenze per impegni militari all’estero ed è imputabile indistintamente a tutte le forze armate». Frutto, finalmente, della spending review sono i 258 milioni risparmiati dal ministero della Giustizia attraverso minori costi per alcune voci come noleggi, locazioni, leasing, utenze, canoni e servizi ausiliari degli uffici giudiziari. Altri 45 milioni arrivano, infine, dal ministero della Salute, al taglio del 79% delle spese relative alle consulenze tecnico scientifiche.
Si arriva così alla nota dolente, ovvero ai Costi straordinari e speciali, su cui la Ragioneria, senza giri di parole, rileva «un significativo aumento». In effetti, rispetto ai 643 milioni del 2012, il budget per il 2013 balza a 922 milioni, con un incremento addirittura del 43%. Stiamo parlando di cifre ben diverse dai 74,7 miliardi degli stipendi, ma anche dai 7,6 miliardi complessivi dei Costi di gestione. Resta, però, da capire per quale motivo in una tabella dove compaiono tutti segni meno, ci sia un sovraccarico di costi per 278 milioni. La voce incriminata è quella relativa ai Servizi finanziari, passata da 559 a 800 milioni, con un incremento di 240 milioni. Le altre due voci che formano l’agggregato, infatti, che sono i Costi straordinari e gli Esborsi da contenzioso, risultano la prima in diminuzione di 2,5 milioni e la seconda in aumento di 40 milioni a causa della decisioni del Guardasigilli di sbloccare i fondi per i risarcimenti dei cittadini vittime di malagiustizia.
La voce Servizi finanziari, ci spiega la Ragioneria, è sostenuta dal ministero dell’Economia ed è a sua volta divisa in tre sotto categorie. Ci sono i costi per lo stoccaggio delle monete, per la somma corrisposta alle Poste per il servizio di tesoreria e per il regolamento dei rapporti derivanti da cessazioni di valuta per il fabbisogno delle Amministrazioni dello Stato, che per il 2013 ammontano a 160 milioni, ma sono in calo dell’8,54% rispetto al 2012. Ci sono poi i compensi alla Banca d’Italia, sempre per il servizio di tesoreria, ma si tratta solo di 2 milioni. La fetta più grossa è quella da 636 milioni di euro. Somma che invece di calare è aumentata addirittura del 67,16% rispetto al budget rivisto del 2012. Volete sapere a chi finiscono questi quattrini aggiuntivi? I costi, si legge nel rapporto della Ragioneria, sono quelli «relativi ai compensi ai Centri di assistenza fiscale ed a Equitalia Spa» e ai «rimborsi ai concessionari delle spese per le procedure esecutive». In altre parole, si tratta delle risorse necessarie agli agenti delle tasse per pignorare i nostri beni e mettere un bel paio di ganasce fiscali alla nostra auto.
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