martedì 4 dicembre 2012

La pezza della Fornero sui ricongiungimenti onerosi

La circolare, secondo quanto risulta a Libero, è già pronta. E probabilmente verrà presentata già domani in commissione Lavoro della Camera, come promesso la settimana scorso da Elsa Fornero. Ma la questione dei ricongiungimenti onerosi è tutt'altro che risolta. 

La bozza di documento su cui stanno lavorando congiuntamente i tecnici del ministero del Welfare e quelli dell'istituto di previdenza riguarderà, infatti, solo una piccola parte di quei circa 600mila lavoratori che secondo la Ragioneria dello Stato da oggi fino al 2022 avranno bisogno di ricongiungere i contributi versati all'Inpdap con quelli dell'Inps per poter accedere al trattamento previdenziale. L'idea del ministro Fornero per allentare un po' la tensione senza troppi sforzi è quella di intervenire in via amministrativa sugli ex lavoratori del pubblico impiego che prima del luglio 2010, mese dell'entrata in vigore della legge che ha annullato la gratuità del cumulo contributivo, erano già iscritti all'Inps come dipendenti del settore privato. Non solo. La circolare riguarderà, nel dettaglio, esclusivamente i lavoratori che per quella data avevano già i requisiti per andare in pensione attraverso il ricongiungimento dei periodi contributivi. Il meccanismo previsto nella circolare riguarda, in sostanza, l'introduzione di un automatismo per tutti coloro che sono rimasti incastrati nella modifica normativa solo per non aver presentato tempestivamente la richiesta di ricongiungimento. In altre parole, verrà stabilito che il cumulo sarà gratuito per tutti coloro che ne avevano già diritto prima che diventasse oneroso. In questo modo si sana la beffa più clamorosa scaturita dalla legge 122 del 2010, ma non si risolve affatto il problema dei 600mila lavoratori che fino al 2020 per andare in pensione saranno costretti a sborsare cifre da capogiro per il ricongiungimento o, in alternativa, ad accettare un assegno molto più basso a causa del calcolo interamente contributivo del trattamento previdenziale.

Per loro servirà necessariamente un intervento legislativo e una conseguente copertura economica. Del resto, se la Ragioneria dello Stato ha quantificato la marcia indietro sui ricongiungimenti onerosi in 2,4 miliardi di costi per l'intero sistema previdenziale è difficile pensare che la questione possa essere risolta a costo zero con una circolare dell'Inps. Su questo terreno le ipotesi sul tavolo sono diverse. Tutte prevedono interventi di spesa strutturali di qui al 2020, ma le somme complessive elaborate dal comitato ristretto della commissione Lavoro di Montecitorio sono inferiori rispetto a quelle della Ragioneria e anche a quelle dell'Istituto di previdenza, che parla di 1,5 miliardi. Secondo le stime su cui stanno lavorando i parlamentari della maggioranza, ma anche quelli della Lega, alla Camera, un risultato soddisfacente che riguardi la maggior parte dei lavoratori potenzialmente coinvolti potrebbe essere ottenuto con un esborso complessivo di meno di 1 miliardo in dieci anni. Il che significa che per il 2013 andrebbero contabilizzati circa 80-90 miliardi, che diventerebbero circa 180 nel 2014.

L'alternativa a cui sta pensando la Fornero è quella già illustrata durante un'intervista a Report, ovvero di rendere il ricongiungimento gratuito solo per chi non ci guadagna in termini di trattamento previdenziale. I dettagli tecnici non sono ancora noti, ma l'idea è di stabilite un tetto per la pensione ricongiunta, superato il quale l'operazione diventerebbe onerosa.
In attesa del vertice in commissione, previsto per domani, ieri il ministro è andato a Ginevra a difendere le stangate del governo Monti. Invitata dal Diplomatic of Geneva e dal Club suisse de la Presse, su iniziativa dell'ambasciatore italiano presso le Nazioni Unite e le organizzazioni internazionali di Ginevra ha spiegato: «L'austerity è stata per il nostro Paese una necessità per evitare problemi molto più grandi».

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