giovedì 6 dicembre 2012

L'Ultima beffa della Fornero sui ricongiungimenti

Niente. È questo il risultato di una settimana di lavoro congiunto tra gli esperti del ministero del Lavoro e quelli dell’Inps per risolvere la questione delle ricongiunzioni onerose. «Stiamo ancora lavorando molto intensamente», ha detto Elsa Fornero. La settimana scorsa, anche per cercare di allentare un po’ la tensione, il ministro aveva chiesto una settimana di tempo, lasciando intendere che avrebbe tirato fuori dal cilindro qualcosa di adatto quanto meno a tamponare il problema. E invece, ieri si è presentata in commissione Lavoro della Camera, accompagnata dal fido vice ministro Michel Martone a mani completamente vuote.
Alla fine, anche la soluzione che sottobanco aveva gettato in pasto alla stampa di una circolare che avrebbe almeno garantito a chi, all’entrata in vigore della legge 122 del 2010, aveva già i requisiti, di unificare senza esborsi aggiuntivi le posizione contributive Inpdap e Inps non è arrivata.

Il ministro si è limitato ad informare la commissione, dove giacciono da tempo diverse proposte di legge sul tema, che la via amministrativa non è stata ritenuta praticabile, a prendere atto che la platea potenzialmente interessata è di 600mila persone e a chiedere altro tempo. Lasciando in questo modo che il nodo si avvicini pericolosamente al periodo delle festività, quando intervenire potrebbe non essere più possibile.
«L’incontro tra il ministro Fornero e la commissione Lavoro sul tema delle ricongiunzioni pensionistiche non ha ancora individuato una soluzione al problema. Come da noi richiesto è in corso un intenso lavoro di confronto fra ministero del Lavoro, dell’Economia, Ragioneria dello Stato e Inps per individuare una norma di legge e la relativa copertura finanziaria», hanno spiegato Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione, e Maria Luisa Gnecchi, deputata democratica nel medesimo organismo parlamentare. «Il ministro», hanno aggiunto i due, «ha dichiarato che non è percorribile la strada puramente amministrativa sulla quale si era in precedenza ragionato».

A questo punto, come era forse intuibile fin dall’inizio, considerate le dimensioni del fenomeno, l’unica strada resta quella legislativa. Con due alternative realisticamente possibili, tenuto conto dell’ingorgo di fine legislatura al Senato, e cioè la legge di stabilità o il milleproroghe. «Per quanto ci riguarda», hanno detto i parlamentari del Pd, esprimendo una posizione condivisa anche dal Pdl, «riteniamo che l’unica possibilità sia quella di un emendamento del governo alla legge di stabilità, perché i tempi sono ormai molto stretti».
Il ministro, stando a quanto riferiscono i componenti della commissione, avrebbe condiviso questa impostazione. Tutto è comunque rinviato a martedì prossimo. L’appuntamento dovrebbe consentire alla commissione Lavoro di valutare la proposta di merito, sempre che arrivi, prima che essa sia formalizzata nell’apposito emendamento.
Malgrado l’ennesimo passaggio a vuoto, alla Camera non si è ancora perso l’ottimismo. «È importante il fatto che, dopo oltre due anni di pressione da parte della commissione Lavoro», hanno detto Damiano e Gnecchi, «anche il governo si sia convinto dell’errore compiuto dall’esecutivo precedente e oggi richiede una correzione per rendere giustizia ai lavoratori coinvolti». La stessa Fornero si è definita «moderatamente ottimista che si possa trovare una soluzione buona». Ma lo aveva detto anche sette giorni fa.

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