mercoledì 3 marzo 2010

L’Europa apparecchia la patata Ogm

Il giudizio è pressoché unanime, dall’Idv fino alla Lega, passando per tutto quello che c’è in mezzo: una decisione sciagurata. Ci voleva una patata per ricompattare gli schieramenti. A compiere il miracolo, a pochi giorni dall’appuntamento rovente delle elezioni regionali, non è un tubero qualsiasi, ma la patata transgenica Amflora, realizzata dalla multinazionale Basf, che ieri ha ricevuto uno storico via libera dalla Commissione europea. Dopo 12 anni di moratoria sui prodotti geneticamente modificati, Bruxelles ha autorizzato la coltivazione di Amflora sia a fini industriali (per la produzione di carta) sia per l’utilizzo dei sottoprodotti destinati all’alimentazione degli animali.


Apriti cielo. Immediata la levata di scudi di tutto l’arco parlamentare, delle associazioni ambientaliste, degli agricoltori e dei consumatori. L’opposizione chiede al governo di attivarsi con urgenza per garantire che la diavoleria genetica non metta piede sul suolo nazionale, la Coldiretti e la Cia spiegano che grazie agli ogm la fame nel mondo è aumentata e la produzione di qualità italiana è destinata a soccombere, i consumatori denunciano lo strapotere delle multinazionali mentre gli ambientalisti presagiscono gravi conseguenze per la salute dell’uomo. La musica non cambia dalle parti della maggioranza e di Palazzo Chigi, dove il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, si dice addirittura pronto a sostenere un referendum popolare per respingere oltre frontiera la temibile patata hi-tech. Assolutamente bipartisan anche il no che arriva dall’Europarlamento, dove il tubero ogm sembra non piacere a nessuno.

L’unica voce politica fuori dal coro è quella di Benedetto Della Vedova, esponente del Pdl, ex radicale, finiano, ma soprattutto liberale. Accanto a lui, scende in campo anche Confagricoltura, secondo la quale la decisione della Ue, «apre una finestra di possibilità nuove per l’agricoltura in Europa». Positivo, ovviamente, il commento di Assobiotec, l’associazione nazionale per lo viluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica. «Un deciso passo avanti dopo 12 anni di attesa, che hanno fortemente penalizzato la ricerca agrobiotecnologica europea, a causa di una lunga moratoria che ha congelato l’approvazione di nuove varietà vegetali geneticamente modificate», spiega il presidente Roberto Gradnik. Un sostegno, a sorpresa, arriva anche dal Vaticano. Il cancelliere della Pontificia accademia per le scienze, monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, a Cuba per un vertice sui problemi dell’economia nella globalizzazione, ha espresso l’approvazione agli ogm, se servono per combattere la fame nel mondo.

In realtà, la Amflora non è il primo ogm che ottiene il diritto di cittadinanza nel Vecchio Continente. Nel 1998 era infatti stata autorizzata la coltivazione del mais Monsanto 810. A cui ora si affiancheranno altri tre nuovi mais, di cui Bruxelles ha dato il via libera ieri, seppure limitato all’importazione e alla trasformazione per produrre alimenti e mangimi.

Per quanto riguarda la patata, gli esperti sono già al lavoro per le contromosse. Fonti comunitarie ricordano che i Paesi membri che fossero contrari alla patata transgenica Amflora della Basf o di un altro qualsiasi ogm, possono fare appello alla «clausola di salvaguardia» per impedire la coltivazione all’interno del territorio nazionale. Tale strumento è già stato utilizzato da Francia, Germania, Austria, Lussemburgo, Ungheria e Grecia per stoppare il Monsanto. Già hanno aperto le porte ad Amflora, invece, Repubblica Ceca, Germania, Olanda e Svezia.
 
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