giovedì 4 marzo 2010

Con gli Ogm la resa aumenta del 30%

Il tubero manipolato non passerà i confini nazionali. La dichiarazione di guerra ufficiale è arrivata ieri da Luca Zaia. «L’Italia», ha detto il ministro delle Politiche agricole, «chiederà la clausola di salvaguardia per bloccare la diffusione della patata Amflora geneticamente modificata e di tre tipi di mais transgenici autorizzati dalla Commissione europea». «Attiveremo tutte le procedure, come previsto dal regolamento europeo», ha proseguito Zaia, «questo significa bloccare la commercializzazione e la coltivazione, qualora ciò avvenisse, della patata Amflora». Il ministro, per chi avesse ancora dei dubbi, ha poi ribadito la sua posizione di «totale e netta contrarietà» sugli ogm e ha annunciato che farà il possibile per evitare una “minaccia” che, a suo giudizio, non riguarda solo la nostra salute, ma anche la nostra tradizione. Tutti contenti? Non proprio. Se Coldiretti e Cia hanno subito alzato le barricate contro gli ogm, diversa è la posizione di Confagricoltura, che invece i vegetali geneticamente modificati li coltiverebbe eccome. E le motivazioni non sono affatto ideologiche. Secondo l’organizzazione, che da sola rappresenta quasi la metà dei terreni agricoli del Paese, si tratta di restare o no sul mercato. A dimostrarlo, i numeri: dall’introduzione sui mercati mondiali del mais Ogm resistente alla piralide ad oggi, il valore del mais italiano è infatti precipitato da 27 a 13 euro al quintale; negli Usa invece il prezzo è rimasto pressoché invariato, a fronte di un aumento delle rese di circa il 30% determinato proprio dagli ogm. Dato, quest’ultimo, certificato dall’Istituto nazionale della ricerca per l’alimentazione (Inran). Non solo: notevole sarebbe anche il risparmio sui fitofarmaci, 120 euro per ettaro, a fronte di un maggior costo delle sementi (76 euro). Su queste basi, secondo i calcoli effettuati da Confagricoltura, si determinerebbe un aumento del reddito di oltre 266 euro per ettaro che, moltiplicato per oltre un milione di ettari, porterebbe a un valore aggiunto di 280 milioni di euro. «È demagogico e semplicistico - conclude Confagricoltura - gridare no quando in gioco c’è la sopravvivenza di un settore dell’economia nazionale che lo scorso anno ha registrato perdite economiche doppie della media europea». Quanto alle colture tipiche, secondo alcuni esperti, gli ogm non porterebbero affatto all’estinzione, ma anzi le preserverebbero dalla scomparsa, perché le rendono più resistenti Il pomodoro San Marzano non ogm, tanto per fare un esempio, è fortemente minacciato dalla virosi che ne decreterà la scomparsa.

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