martedì 23 marzo 2010

L’irresistibile ascesa di Palenzona il Mediatore

Destra e sinistra, finanza laica e cattolica, Tremonti e Fazio, trasporti e banche. È difficile trovare un terreno che Fabrizio Palenzona non abbia coltivato. Una strada che non abbia percorso. Solo per mettere in fila gli incarichi ci vorrebbe un libro. Il manager di Novi Ligure che ha studiato legge a Pavia quando il ministro dell’Economia era assistente universitario, tanto per citare le poltrone più prestigiose, è vicepresidente di Unicredit, presidente degli Aeroporti di Roma, presidente di Assaeroporti, presidente dell’Aiscat, nonché consigliere di Mediobanca.


Ma Palenzona è anche, e soprattutto, uomo forte della Fondazione Caritorino, secondo azionista di Unicredit. Da lì è partita l’operazione che porterà alla nascita della Carito, (Carige più fondazione Crt) che nelle intenzioni dei soci fondatori dovrà far rivivere l’antico blasone della Cassa di risparmio di Torino, svenduto per un tozzo di pane, secondo alcuni, per confluire nella grande banca di Alessandro Profumo.

Del manager-banchiere si è tornato a parlare ieri, perché nella pancia di una sua controllata sono finite le azioni di Generali di cui Unicredit si doveva liberare per obblighi antitrust. Un affare concluso acchiappando i classici due piccioni. Palenzona ha tolto una castagna dal fuoco a Profumo, ma ha anche messo un piede in quel Leone che di qui a breve sarà teatro del grande riassetto bancario italiano.

Ed è relativamente a questa partita che circola più di una voce sulle mosse di Palenzona. Dopo la pioggia di nomi trapelati sui giornali è proprio sul numero due di Unicredit che si sarebbero concentrate le attenzioni per una eventuale staffetta con Cesare Geronzi alla guida di Mediobanca.

Anche su Piazzetta Cuccia, del resto la storia di Palenzona parla chiaro: solo lui riuscì allo stesso tempo ad essere con Maranghi e con chi Maranghi lo cacciò via. Tutto, ovviamente, è ancora da vedere. Ma se è vero che, al di là dei balletti, alla fine sulla poltrona più alta delle Generali andrà a sedersi proprio l’ex presidente di Capitalia, le possibilità che il successore di Cuccia sia il banchiere di Novi Ligure sono molto alte. La cosa, tra l’altro, farebbe tirare un sospiro di sollievo allo stesso Profumo, che riuscirebbe a liberarsi di un vicepresidente che non vede l’ora di togliere quel “vice” dal suo biglietto da visita.
 
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