venerdì 12 marzo 2010

L’aereo costa, il manager va in treno

Giacca, cravatta, ventiquattr’ore e via a 300 chilometri orari. Non sono pirati della strada, ma i nuovi manager. Dirigenti, funzionari, capitani d’industria che per spostarsi preferiscono rimanere con i piedi per terra. I cieli, ovviamente, restano ancora affollati, ma da quando sui binari si viaggia veloci l’esercito dei “pendolari di lusso” si ingrossa giorno dopo giorno. E non solo per scelta. Moltissime imprese, complice anche la crisi che ha imposto una riduzione dei costi, hanno infatti negli ultimi mesi cambiato la politica aziendale sugli spostamenti di lavoro riducendo ai minimi termini o annullando del tutto i viaggi in aereo. In questa direzione si stanno muovendo gradualmente grandi gruppi come Sky Italia, Enel, Engineering, Poste e colossi del credito come Intesa Sanpaolo e Unicredit. Ma il fenomeno è ben più esteso. L’elenco delle società che si sono rivolte alle Fs per convenzioni e accordi, tanto per avere un’idea, è sterminato. Si tratta di 3.200 soggetti, tra aziende private ed enti pubblici. Compresi molti Comuni. Già, perché anche la Pa sta progressivamente abbandonando l’aereo che, con buona pace dei contribuenti, continua ancora a concedersi.

La maggior parte del traffico si concentra chiaramente sulla Roma-Milano, la tratta del business per eccellenza su cui ogni giorno decine e decine di manager fanno la spola per incontri d’affari e appuntamenti di lavoro. È qui che il fenomeno è più visibile. Da quando è partito il servizio che permette di percorrere la distanza in 3 ore, il 14 dicembre scorso, il Frecciarossa delle Ferrovie dello Stato ha trasportato circa il 28% di passeggeri in più rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Un traffico rubato principalmente alla nuova Alitalia. Come dimostrato anche dal fatto che l’incremento maggiore è stato registrato proprio dalle carrozze di prima classe, con picchi del 40%, dove normalmente viaggia la clientela business. Non è un caso che recentemente le Fs abbiano siglato un contratto con Telecom per garantire l’alta velocità non solo sui binari ma anche su Internet. Addirittura, stando a quanto dichiarato dai due ad, rispettivamente Mauro Moretti e Franco Bernabé, la rete wi-fi che sarà attivata sui Frecciarossa «permetterà connessioni venti volte più rapide di quelle analoghe di tutto il mondo». Con un costo che andrà dai 3 ai 10 euro per la seconda classe, mentre sarà incluso nel prezzo del biglietto per la prima.

Non solo, entro l’estate del 2011 l’intera flotta sarà equipaggiata per la visione di film, per servizi interattivi e giochi. Insomma, tutto quello che serve per convincere anche il manager più snob ad abbandonare l’aereo. La quota di chi lo ha già fatto è comunque consistente. Basti pensare che attualmente il 67% dei passeggeri che viaggiano sui Frecciarossa tra Roma e Milano appartiene al segmento business, mentre solo il 26% sale per vacanze o per altri motivi (il 7%). La migrazione dei passeggeri è ben visibile nei dati che riguardano le percentuali complessive di traffico in base al tipo di mezzo scelto. Sempre sulla Roma-Milano, il confronto è abbastanza indicativo. Prima dell’alta velocità la quota del treno era del 32%, mentre il 52% dei passeggeri preferiva l’aereo e il 16% l’auto. Oggi il rapporto è praticamente ribaltato. Un viaggiatore su due sceglie il binario, mentre soltanto il 40% è rimasto fedele all'aereo. Anche l’auto, tra patente a punti, leggi sull’alcol e limiti di velocità, ha perso molto fascino, attestandosi ad un 12%. Malgrado i risultati, Moretti è ancora convinto che il futuro sia “l’intermodalità”, ovvero la sinergia tra cielo e terra. «Il cittadino», ha spiegato ieri l’ad delle Fs, «potrà prendere un biglietto e in relazione all’ora del ritorno decidere se andare con lo stesso biglietto in aereo o in treno in maniera del tutto indifferente».Quanto costerà il biglietto, per ora, preferiamo non saperlo.

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