giovedì 28 gennaio 2010

L’Fmi dà ragione a Tremonti: Pil su dell’1%

Il Fondo monetario internazionale modifica al rialzo le stime e conferma le previsioni del governo sulla crescita dell’Italia nei prossimi anni. Ma dà anche una mano a Giulio Tremonti e alla sua politica del rigore, sostenendo che la ripresa globale è partita, ma sarà lenta rispetto alle precedenti esperienze e soprattutto procederà a velocità e intensità diverse nelle diverse regioni. Quanto ai numeri, l’istituto di Washington prevede che il Pil mondiale crescerà quest’anno del 3,9% e nel 2011 del 4,3%, con un miglioramento dello 0,8% e dello 0,1% rispetto alle stime di ottobre. Per l’Italia viene ritenuta possibile la crescita già annunciata da Tremonti dell’1% nel 2010 (+0,8%) e dell’1,3% nel 2011 (+0,6%). Nel complesso, il prodotto delle economie avanzate dovrebbe aumentare del 2,1% (+0,8%) quest’anno e del 2,4% (-0,1%) il prossimo. Per gli Stati Uniti il Pil salirà del 2,7% e del 2,4%. Mentre l’Eurozona dovrà accontentarsi di un +1% nel 2010 e di un +1,6% per l’anno successivo. Spicca la performance tedesca (+1,5% e +1,9% nei due anni), non sembra invece volerne sapere di ripartire l’economia spagnola, che si contrarrà dello 0,6% quest’anno per poi risalire dello 0,9% il prossimo.Se il mondo riparte lentamente, i fondi sovrani hanno invece già rimesso il turbo. Gli investimenti sono infatti tornati ai livelli pre crisi. È quanto rileva la Fondazione Eni Enrico Mattei e Monitor Group in un rapporto sul terzo trimestre del 2009. In un clima in cui sembra si stia ricostruendo la fiducia nei mercati finanziari, si legge nel documento, i fondi sovrani hanno cominciato a reinvestire, soprattutto all’estero e in particolare in Europa e in Nord America. «Gli investimenti fatti in queste aree contano infatti per più della metà degli investimenti totali di questo trimestre» dice William Miracky, senior partner di Monitor Group. L’analisi delle transazioni durante il terzo trimestre del 2009 evidenzia un trend crescente, con un numero di iniziative doppio rispetto al precedente trimestre con un balzo da 11 a 25 operazioni, oltre a un significativo incremento nel controvalore che passa da 3,5 a circa 25, 3 miliardi di dollari. Non si riportavano valori così elevati dall’inizio della crisi economica. Se confrontato con lo stesso dato del secondo trimestre, si calcola un incremento del 66%. Una sola, secondo quanto riporta lo studio, la nuova strategia d’investimento post-crisi: stare alla larga dal settore finanziario.

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