giovedì 21 gennaio 2010

Il nuovo Soros punta sul “buco” di Atene

Quando qualcuno li accusa di aver guadagnato sulla pelle dei risparmiatori, loro rispondono di aver fatto solo gli interessi dei clienti, approfittando degli squilibri dei mercati. Eppure, quando nel 2008 gli hedge fund persero in media il 18% i loro stipendi non fecero una piega. George Soros, il re della speculazione sulle monete (nonché filantropo, filosofo e difensore dei diritti civili), ha mantenuto tranquillamente il suo quarto posto nella classifica dei manager più pagati degli States con 1 miliardo e 100 milioni di dollari. Mentre al secondo posto, senza battere ciglio, ha continuato a troneggiare John Paulson, con 2 miliardi di dollari tondi tondi. Messosi in proprio nel 1994, con un piccolo fondo (Paulson &Co) da 2 milioni di dollari e due soli dipendenti (lui stesso e un assistente), nel 2008 Paulson è diventato il 33esimo americano più ricco. Secondo la rivista Forbes, ha accumulato una ricchezza di 6,7 miliardi. L’ascesa dell’ex banchiere di Bears & Stearn, a differenza di quella di Soros, è dovuta alle scommesse sui mutui subprime. Le speculazioni sulla bolla immobiliare negli Usa, dopo una relativa oscurità, gli hanno garantito profitti per molti miliardi di dollari facendolo comparire di colpo al trentatreesimo posto della lista Forbes degli uomini più ricchi del mondo. Paulson, 53 anni, nessuna relazione con l’ex segretario al tesoro Henry Paulson, ha recentemente fatto una grande scommessa sul’oro, cresciuto del 36% nell’ultimo anno, lanciando un nuovo fondo sui titoli minerari ed altri investimenti correlati. Ma ora il finanziere avrebbe deciso di seguire le orme del maestro ungherese Soros, che divenne famoso nel ’92 per la maxi speculazione da 10 miliardi di dollari sulla sterlina. Questo almeno sostiene la stampa greca, che indica in Paulson l’autore di una massiccia operazione speculativa contro l’euro sfruttando le difficoltà del governo di Atene.A lanciare l’accusa è il quotidiano socialista To Vima, che parla senza mezzi termini di una pressione contro il debito sovrano greco e la moneta europea, che nelle ultime settimane ha subito consistenti perdite proprio a causa delle difficoltà di Atene. Secondo gli osservatori l’operazione non sarebbe slegata dalle manovre sull’oro. La speculazione di Paulson sarebbe infatti dovuta alle sue aspettative di svalutazione del dollaro (su cui è fondato il prezzo del metallo prezioso) a lungo termine, solo in apparente contrasto dunque con una speculazione a breve contro l’euro.E la convinzione che gli hedge fund si stiano avventando sulla preda balcanica è condivisa anche dal governo. Ieri anche il ministro delle Finanze, Giorgio Papaconstantinou, ha confermato che ci sono «giochi speculativi» contro la Grecia. Ma anche aggiunto che questo fa parte del funzionamento del mercato e compito del governo è contrastarli in modo trasparente. Ieri sul caso Grecia è intervenuto anche Jürgen Stark, membro del comitato esecutivo e capo economista della Banca centrale europea, sostenendo che Francoforte non cambierà le proprie regole per aiutare Paesi in difficoltà. «La Grecia sa che deve mettere ordine in casa propria», ha spiegato, aggiungendo che le priorità assolute del governo devono essere «una svolta radicale nelle proprie politiche economiche e un ampio piano di consolidamento di bilancio». Stark si è comunque detto convinto che Atene «stia facendo i suoi compiti» e che «ci sono dei primi segnali positivi». L’euro è comunque sceso sotto quota 1,42 sul dollaro, ai minimi da cinque mesi, proprio a causa della preoccupazione per i conti pubblici greci. Un po’ di ottimismo è arrivata ieri dall’Fmi, che vede spiragli di miglioramento per l’economia mondiale. Anche per l’Italia, come anticipato da Giulio Tremonti, le prospettive di crescita si presentano più rosee, con un Pil che da quest’anno dovrebbe tornare a crescere a un tasso dell’1% e superarlo il prossimo.

libero-news.it