giovedì 28 gennaio 2010

Eni mette le mani sul maxi-giacimento di Chavez

Mentre si alimenta, dopo le aperture di Paolo Scaroni, il dibattito sulla cessione della rete del gas in capo a Snam, l’Eni continua la sua espansione all’estero. Il ministro dell’Energia del Venezuela nonché presidente di Pdvsa, Rafael Ramírez, e l’ad del Cane a sei zampe, presente anche Hugo Chavez, hanno siglato ieri tre accordi strategici. Il primo prevede lo sviluppo del giacimento giant Junin 5 in cui sono stati certificati 35 miliardi di barili di olio pesante. Firmati poi un’intesa con Pdvsa per lo sviluppo della tecnologia di idrogenerazione per la valorizzazione degli oli pesanti e un memorandum per la costruzione di una centrale elettrica da 1 GW nella penisola di Guiria. Il Junin 5 è un blocco a olio pesante situato nella fascia petrolifera dell’Orinoco (Faja), che si trova a circa 550 km a sud est di Caracas e copre un’area di 425 km quadrati. Secondo i termini dell’accordo Pdvsa ed Eni deterranno rispettivamente il 60% e il 40% di una joint venture (Empresa Mixta) per lo sviluppo del giacimento. La joint venture ha in programma di raggiungere una produzione iniziale di 75.000 barili al giorno a partire dal 2013 e un plateu di produzione di lungo termine di 240.000 barili al giorno in seguito alla costruzione di una nuova raffineria a Jose. L’Eni pagherà un bonus di 646 milioni di dollari, di cui 300 milioni al momento della costituzione della Impresa Mixta e il restante in tranche soggette al raggiungimento delle tappe previste dal progetto. Sul fronte Snam ieri il sottosegretario allo Sviluppo, Stefano Saglia, ha spiegato che «la separazione proprietaria della rete si può evitare a certe condizioni e non deve comunque avvenire se l’obiettivo è solo quello di ridurre il debito».

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