giovedì 7 gennaio 2010

La mini ripresa passa dall’outlet

L’inflazione del 2009 allo 0,8% ha immediatamente innescato la polemica. Un riusultato positivvo che, tuttavia, in un sistema ormai di contrapposizioni insanabili ha finito per alimentare polemiche. È il segno della crisi e della crescita zero dei salari, sostengono disfattisti. È il terreno per la ripartenza, dichiarano gli ottimisti. Resta il fatto che per trovare un dato migliore (l’indice allora fu addirittura negativo dello 0,4%) bisogna riandare al 1959. Quando, tanto per dirne una, il quotidiano londinese Daily Mail definiva «l’efficienza e la prosperità del sistema produttivo italiano un miracolo economico», mentre il Financial Times incoronava la lire come moneta più stabile d’Europa. Chiacchiere? Forse. Da allora al 1963, però, l’economia del Paese cresce a tassi mai visti con il pil che si impenna di 6,2%.
Oggi è ovviamente diverso. Ma il riferimento è sicuramente di buon auspicio. Senza considerare che dietro i dati diffusi ieri dall’Istat si nascondono effettivamente alcuni segnali positivi. Intanto c’è l’indice di dicembre. Il rialzo tendenziale, per la quinta volta consecutiva dopo l’azzeramento di luglio, all’1% (lo 0,2% congiunturale) fa concretamente pensare a possibili ulteriori risalite nel 2010. Il che rivela senza ombra di dubbio l’effetto di una ripresina economica in atto.
Per quanto riguarda il dato sull’inflazione media del 2009, come dice il ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola, si tratta sì «di una conferma della severità della crisi, ma anche del fatto che il potere di acquisto dei cittadini non è stato penalizzato ed è anzi in molti casi aumentato». Ma più che dibattere sul significato dei numeri bisognerà stare attenti alla speculazione. Perché malgrado la bassissima inflazione, come ha spiegato il Cerm, «i prezzi sono comunque aumentati anche durante la crisi». In questa fase di avvio della ripresa, ha sottolineato Scajola, «dobbiamo impegnarci a rilanciare la crescita ma anche a tenere sotto controllo i prezzi per evitare effetti speculativi soprattutto sui prodotti di largo consumo». Per il resto, il parallelo con il ’59 farà felice Silvio Berlusconi. Oltre all’inizio del boom economico è anche l’anno del settimo scudetto del Milan.

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