Accusa il Corriere di essersi inventato l’aumento della pressione fiscale, zittisce Bersani ricordandogli che quando al governo c’era lui le tasse aumentavano davvero e poi se la prende di nuovo col «Dottor Stranamore», che pur di alleggerire i tributi sarebbe disposto a tagliare la sanità. Insomma, è il solito Giulio Tremonti quello che si presenta alla convention del Pdl ad Arezzo. Polemico e pungente come sempre. Anche il tormentone non cambia. «Quando ci sarà la ripresa noi saremo al governo e ridurremo le tasse», ha detto il ministro dell’Economia. Il resto sono inutili elucubrazioni. O peggio, pericolose illusioni. «Ci sono in giro dei dottor Stranamore - ha continuato Tremonti, tornando a utilizzare una delle sue metafore preferite - che dicono: tagliamo 30 miliardi alla sanità per ridurre le tasse». Una cifra, quei 30 miliardi, che non può non far pensare al professor Mario Baldassarri, che da tempo punzecchia il ministro con la sua ricetta per ridurre la pressione fiscale non toccando la sanità, ma attraverso tagli mirati alla spesa improduttiva della Pa. La strada, secondo il titolare di Via XX Settembre, non è percorribile. Perché la priorità del governo è «conservare le persone e la coesione sociale». «Non c’è riduzione fiscale che tenga - ha aggiunto - quanto il conservare sanità, sicurezza, pensioni». In sintesi, «bisogna evitare al paese la macelleria sociale». Non si fa attendere la replica di Baldassarri, anche lui senza mai citare il ministro: «Macelleria sociale è una battuta che fa spesso Bertinotti». L’economista del Pdl ha ricordato di aver «indicato con precisione al Senato una manovra aggiuntiva nel medio termine di 35 miliardi, dicendo dove andare a coprire la spesa, non tagli trasversali». Ma a spingere per un colpo d’acceleratore sul fisco non c’è solo Baldassarri. Anche Claudio Scajola incalza Tremonti. «Le risorse sono poche e nonostante questo abbiamo affrontato la crisi senza aumentare le tasse - ha riconosciuto il ministro dello Sviluppo sempre da Arezzo - ma sono convinto che se la crescita sarà più alta di un punto, il ministro dell’Economia potrà proporre che già a fine anno si possa individuare un percorso di riduzione delle tasse». Tremonti non replica. Risposte al vetriolo arrivano invece per il segretario del Pd e il ha attaccato Bersani - di sentire raccontare favole compresa quella secondo la quale noi alzeremmo le tasse e lui le abbasserebbe». Quest’anno, spiega citando l’inchiesta del Corriere della Sera, «finiremo di lavorare per lo Stato il 23 giugno. È il record». «È la scoperta dell’acqua calda - ha ribattuto Tremonti - Non servono gli uffici studi e i calendari taroccati per sapere che se salgono i redditi salgono anche le tasse. Bersani ha nostalgia di quando era al governo: quando aumentava le tasse diceva che scendevano e adesso condanna chi le tasse non le ha aumentate». Anzi, secondo la Cgia di Mestre, in alcuni casi sarebbero addirittura diminuite. L’associazione degli artigiani ha verificato che le principali modifiche legislative in materia di tassazione Irpef avvenute tra il 1997 e il 2006 hanno alleggerito il carico fiscale sulle famiglie italiane per un importo complessivo di 30,5 miliardi.
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