giovedì 7 gennaio 2010

Fiat e Tata faranno la mini-car per sfondare in Asia

Dopo il boom delle immatricolazioni in Italia e la conferma del successo in Brasile, il Lingotto punta dritto sull’India. Una nuova mini car e vendite raddoppiate entro la fine del 2010. Questi i piani della Fiat svelati ieri dal responsabile per il Paese orientale Rjeev Kappor.
La nuova small car che dovrebbe arrivare nel 2012, secondo quanto si apprende a Torino, si inserisce nella strategia Fiat di realizzare modelli in grado di soddisfare le richieste specifiche dei singoli mercati in cui il gruppo è presente. Questa politica è la stessa, ad esempio, che sta dando ottimi risultati in Brasile, dove con i suoi modelli la Fiat si è imposta per l’ottavo anno consecutivo come marca più venduta. In India, dove nel 2009 la Linea è stata venduta in oltre 12mila esemplari e dallo scorso giugno la Grande Punto ha trovato più di 9mila acquirenti, Fiat vuole ora entrare in un segmento particolarmente richiesto, come appunto quello delle utilitarie a basso costo. La nuova piccola, ha spiegato il presidente e ad di Fiat India, «sarà progettata a Torino e sarà più piccola della Palio». L’obiettivo è quello di conquistare nuove fette di un mercato che, a livello mondiale, è ritenuto in forte espansione. Per quest’anno la società prevede di vendere complessivamente in India, dove il Lingotto collabora da anni con Tata, 46mila vetture, raddoppiando i risultati del 2009, e prevede di esportare il 10% della sua produzione locale.
E le cose sembrano andare molto bene anche in Germania. Nel 2009 le immatricolazioni del Lingotto in terra tedesca sono balzate dell’86,1% rispetto all’anno precedente a 163.953 unità con una quota del 4,3% su un mercato dell’auto tedesco in rialzo del 23,2% a quasi 3,81 milioni di vetture. A dicembre il miglioramento delle vendite del marchio Fiat in Germania è stato del 26,8% rispetto ad andamento complessivo del mercato in calo del 4,6%. Il trend positivo è spiegato dalla Motorizzazione tedesca Kba con gli incentivi previsti dal Governo di cui «non tutti i costruttori comunque hanno tratto vantaggio allo stesso modo». Anche in questo caso a vincere sono state le piccole, in testa alla classifica con una crescita del 65,7%. Bene anche il segmento dei monovolume, aumentato del 31,1%. In picchiata invece la fascia lusso e premium, che hanno accusato flessioni consistenti delle immatricolazioni (tra -16 e -18%), e le sportive scese a -26%. Il rialzo di Fiat nel 2009 è stato secondo per ampiezza solo a quello di Lada (+105,3%), le cui vendite si limitano comunque a 4.616 vettura nell’anno. Anche il marchio Alfa Romeo ha segnato un balzo delle immatricolazioni in Germania nel 2009 (+57,9% a 11.993), mentre a dicembre emerge una flessione del 49,5%.
Per quanto riguarda le vicende italiane, resta alta la tensione su Termini Imerese. Oggi negli stabilimenti siciliani si riunisce l’esecutivo del coordinamento Fiat della Fiom-Cgil. Scopo dell’incontro è fare il punto sulle prospettive del gruppo alla luce di quanto emerso nel corso dell’incontro con il governo che l’azienda ha avuto a Palazzo Chigi il 22 dicembre scorso. E mentre i sindacati affilano la armi per nuove iniziative di protesta, spunta una curiosa proposta eco-solidale per salvare lo stabilimento. A lanciarla è Simone Cimino, imprenditore milanese di origine siciliana, gestore del fondo di private equity Cape Natixis, che vorrebbe riconvertire l’impianto alla produzione di auto a propulsione ecologica sfruttando consolidate partnership indiane o cinesi. «Ritengo doverosa un’iniziativa che riunisca imprenditori siciliani per realizzare un’auto tutta made in Sicily», ha spiegato Cimino, che ora dice di aspettare risposte dal governo e dalla Regione.

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