sabato 2 settembre 2017

Telecom, Unicredit e Generali. Il futuro dell'Italia parla francese

Qualcuno aveva addirittura ipotizzato un vertice a quattro, un incontro riservato e confidenziale, tutto parlato rigorosamente in francese, lingua madre dei potenti convitati. Alla fine, però, si è deciso che un summit d’Oltralpe, con il ministro dell’Economia di Parigi e i tre manager che guidano tre dei principali gruppi italiani (con oltre 80 miliardi di capitalizzazione), nella cornice di Cernobbio poteva essere malvisto, soprattutto con le numerose e delicate partite aperte tra i due Paesi.

Molti assicurano, però, che, tra un convegno e l’altro del Forum Ambrosetti, il ceo di Unicredit, Jean Pierre Mustier, quello di Generali, Philippe Donnet, e il ministro Bruno Le Maire, troveranno comunque il modo di incontrarsi. Ancora incerta la presenza di Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi e presidente di Telecom. Ma non è detto che il manager, assiduo frequentatore del Workshop negli scorsi anni, non decida a sorpresa di affiancare il vicepresidente Giuseppe Recchi, per ora unico rappresentante del gruppo al tradizionale summit sul lago di Como.
L’attenzione di osservatori e giornalisti per carpire qualche segnale è comunque altissima. Mai come quest’anno infatti la Francia si è trovata a giocare praticamente in casa a Cernobbio e mai come quest’anno i rapporti tra i due Paesi sono stati così tesi. Sul fronte caldo Stx-Fincantieri è previsto oggi un incontro a cui parteciperanno il ministro Le Maire e la presidente dell’Eni, Emma Marcegaglia, in qualità di presidente di Business Europe, la Confindustria continentale. Chiara la linea che terrà la ex numero uno di Viale dell’Astronomia: «Si è fatto un accordo e gli accordi vanno rispettati, con tutti e soprattutto con i partner europei, senza se e senza ma».

Per quanto riguarda lo scontro tra Vivendi e il governo italiano sul presunto controllo di Telecom, pur non essendo ancora emerso nulla al Workshop Ambrosetti, il gruppo francese ha ribadito la propria posizione in occasione della semestrale presentata giovedì. Le disposizioni del decreto sul golden power, si legge nella relazione, sono «inapplicabili», sia «alla luce della natura delle attività svolte da Telecom» sia a causa della mancanza di controllo di Vivendi sull’operatore italiano. Ad oggi, scrivono i francesi, «non abbiamo il potere di dirigere le politiche finanziarie e operative di Telecom». Quanto al nuovo ad, da Cernobbio l’ex numero uno di Leonardo, Mauro Moretti, ha smentito le indiscrezioni, dicendo di non essere stato contattato «da nessuno».
Sul terreno delle tlc in salsa francese ieri è stato il giorno dell’annuncio ufficiale da parte di Iliad-Free, l’operatore low cost di Xavier Niel. Presentando i conti il ceo Maxime Lombardini ha rivelato che per la campagna d’Italia, dove diventerà il quarto attore sul mercato, sono previsti investimenti totali per 1 miliardo. Lo sbarco avverrà «non prima di fine anno» e il management sarà tutto italiano, compreso il ceo. Nessuna competizione con Telecom, ha assicurato Lombardini, e nessun problema con le istituzioni. Anzi, in Italia «siamo stati accolti molto bene da tutti i poteri pubblici, incluso i regolatori».
Consapevoli del clima, Mustier e Donnet ieri non hanno fatto altro che parlare d’Italia. Il primo si è detto estremamente «fiducioso» sulla ripresa dell’economia, mentre per Donnet i «segnali sono ancora insufficienti» e bisogna proseguire sulla strada delle riforme. A partire dal «risparmio sulle spese pubbliche e la riduzione delle tasse».

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