mercoledì 30 agosto 2017

Il lavoro c'è, ma non siamo più capaci di farlo

Con 3 milioni di disoccupati le imprese che assumono dovrebbero essere prese d' assalto. E invece, i candidati non solo scarseggiano, ma in alcuni casi risultano addirittura introvabili. Secondo una rilevazione di Confartigianato, grazie alla rivoluzione digitale e agli incentivi di Industria 4.0, tra luglio è settembre le aziende hanno messo in cantiere 117.500 assunzioni di personale con titoli di studio legati all' innovazione tecnologica. In particolare, gli imprenditori sono a caccia di 32.570 diplomati in meccanica, meccatronica ed energia, di 13.350 diplomati in elettronica ed elettrotecnica, di 34.940 persone con la qualifica o il diploma professionale a 4 anni in meccanica, di 9.840 ingegneri elettronici e di 8.550 ingegneri industriali.

A questo punto uno si immagina le imprese sommerse dai curriculum e dalle richieste, le file davanti agli uffici del personale, le risse per accaparrarsi l' ultimo posto disponibile. Del resto, solo pochi giorni fa l' azienda sanitaria della Valle Camonica (in provincia di Brescia) ha bandito un concorso per 6 posti da infermiere e si è vista arrivare più di mille candidature.
Certo, lì in palio c' è un posto fisso nella pubblica amministrazione e, male che va, si entra in una graduatoria che viene utilizzata per i prossimi tre anni da tutti gli enti del servizio sanitario regionale che dovessero aver bisogno di personale. Ma i numeri snocciolati da Confartigianato lasciano ugualmente di stucco.

Per quanto riguarda i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione le aziende hanno difficoltà a reperire 14.430 lavoratori, il 39% della manodopera necessaria. La percentuale sale nel caso degli operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche. Qui restano ancora da coprire 14.990 posti, il 43% del totale dell' offerta di lavoro. Tra gli addetti alla gestione di macchinari a controllo numerico mancano all' appello addirittura il 58% delle professionalità richieste, mentre risultano praticamente introvabili gli addetti all' installazione di macchine utensili: il 68% delle assunzioni previste dalle aziende è tutt' ora senza candidati.
Difficile capire esattamente dove sia il corto circuito. Di sicuro tra i motivi del clamoroso disinteresse verso le offerte di lavoro ci sono la mancanza di neo diplomati adeguatamente formati e l' incapacità delle istituzioni nazionali e locali di attivare un meccanismo efficace per mettere in contatto scuola e imprese allo scopo di incrociare la domanda con i posti disponibili.

Secondo Confartigianato l' altro problema è la scarsa attenzione della politica verso il contratto di apprendistato. Le assunzioni con questo tipo di contratto tra le micro e piccole imprese arrivano all' 11,5%, una quota doppia rispetto al 5,5% delle medie e grandi imprese. Ed è grazie all' apprendistato che le Pmi nel primo trimestre 2017 hanno fatto registrare un incremento di 157.160 posti di lavoro, pari al 77,3% del totale delle imprese.
Da qui, sottolinea il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, «bisogna ripartire per offrire risposte efficaci alle imprese e per preparare i giovani ad entrare in un mercato del lavoro che richiede competenze tecniche evolute imposte dalla rivoluzione digitale.
Gli interventi del governo per l' occupazione giovanile devono rilanciare questa palestra in cui i giovani studiano e lavorano. A cominciare dal rifinanziamento dello sgravio contributivo totale nei primi tre anni di contratto per le assunzioni di apprendisti in aziende fino a 9 dipendenti».
© Libero