martedì 8 agosto 2017

Infornata nella scuola pubblica, altre 58mila assunzioni

 L’operazione era annunciata, ma il colpo ad effetto non di discute. Il governo va in vacanza mettendo a disposizione del torrido dibattito ferragostano, tra una chiacchiera sul calcio mercato e una sul meteo, l’ennesima grande infornata di personale scolastico. Dall’ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva è uscito il via libera definitivo ai nuovi ingressi per il 2017-2018. Nel dettaglio, si tratta di tre decreti su proposta dei ministeri della Pa e del Mef che autorizzano la Pubblica istruzione ad assumere a tempo indeterminato 51.733 unità di personale docente, di cui 38.380 su posti comuni, 13.393 su posti di sostegno, a cui si aggiungono 59 unità di personale educativo. Oltre agli insegnanti il semaforo verde arriva anche per 6.260 unità di personale Ata e 259 nuovi dirigenti scolastici. In tutto circa 58mila contratti a carico del bilancio dello Stato.

Ieri ad occupare la scena, intestandosi la paternità del dono agli statali, è stata la ministra della Pa, Marianna Madia. Ma le assunzioni erano già state anticipate ufficialmente qualche settimana fa dal ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che in realtà si vanta da maggio di aver vinto un serrato braccio di ferro con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, sull’entità del bottino. La Fedeli ha attribuito il merito alla Buona Scuola, la legge del 2015 che ha già messo a disposizione del ministero nei due anni passati un piano da oltre 100mila assunzioni. Prima della riforma, ha ricordato il ministro, le assunzioni erano in media 24mila l’anno. Dopo la «rivoluzione» renziana, invece, nel conteggio degli ingressi, oltre ai pensionamenti e ai posto effettivamente liberi entra anche la stabilizzazione del precariato. Ovvero la trasformazione in incarichi di ruolo dei posti solitamente coperti dai supplenti. Una novità rivendicata anche da Padoan: «La trasformazione di incarichi di fatto con l’inserimento nell’organico stabile del personale docente è parte di un processo complessivo di riforma che procede senza interruzioni». Il ministro dell’Economia, però, riteneva che per il prossimo anno  fosse sufficiente stabilizzare 10mila cattedre. Il ministero dell’Istruzione, invece, ne aveva calcolate 25mila. Il compromesso si è trovato su 15mila, che sommate agli oltre 20mila pensionamenti e ai 16mila posti liberi hanno determinato il contingente di oltre 51mila posti sbloccato ieri dal Cdm.

© Libero