giovedì 24 agosto 2017

Per marocchini e cinesi niente mutui né prestiti

Sono presenti in forze. E lavorano tanto. Al punto, forse, di non avere bisogno delle banche per acquistare casa. È una fotografia curiosa quella scattata da Facile.it e mutui.itsui prestiti contratti dagli stranieri. Da cui emerge, in sostanza, che cinesi e marocchini si tengono alla larga dagli istituti di credito.

Analizzando un campione di oltre 3.500 pratiche concluse fra il 01 gennaio 2016 ed il 30 giugno 2017 i due portali di assistenza ai consumatori hanno verificato che circa il 6% dei finanziamenti è destinato a cittadini non italiani. L’importo medio erogato è di poco superiore a 109.800 euro e serve a coprire il 68% del valore dell'immobile. Quanto alle nazionalità dei richiedenti, la classifica dei mutuatari stranieri che hanno comprato casa nel nostro Paese è guidata dai cittadini della Romania, cui fa capo il 15,1% dei mutui erogati. A seguire ci sono gli albanesi, con l’11,9% dei mutui. E fin qui, nessuna sorpresa. I rumeni in Italia sono 1,1 milioni di residenti e, con il 22,9% sul totale degli stranieri, rappresentano di gran lunga la comunità non italiana presente sul territorio nazionale. Subito dopo ci sono proprio i cittadini provenienti dall’Albania, con 450mila presenze (il 9,3% del totale). Continuando a scorrere la classifica do Facile.it e mutui.it, però, qualcosa non torna. Al terzo posto dei mutuatari ci sono gli svizzeri (11,4%), poi i moldavi (6,8%) e i tedeschi (5,9%). Per farla breve, nelle posizioni alte non figurano né i marocchini né i cinesi. Una mancanza bizzarra, considerato che i primi rappresentano la terza comunità straniera italiana (420mila presenza) e i secondi la quarta (330mila presenze).

Troppo poveri per acquistare casa? Dalle statistiche economiche non si direbbe. Secondo gli ultimi dati relativi alle imprese individuali, le uniche per cui è possibile associare la nazionalità al titolare, il Marocco è la nazione più rappresentata in Italia, con ben 68.459 imprese sul territorio. E la Cina non è da meno. Con 51.077 imprese all’attivo, il Paese del Dragone è saldamente al secondo posto, superando anche i rumeni, il cui numero di imprenditori si ferma a 48.570.
A questo punto, escludendo che marocchini e cinesi abitino tutti in affitto, l’ipotesi più gettonata, e più che comprensibile, è che, avendo a disposizione una buona dosa di liquidità e canali di finanziamento alternativi, probabilmente legati al Paese di origine, i rappresentanti delle due nazionalità preferiscano restare ben distanti dai nostri istituti di credito, sempre alle prese con lo smaltimento delle sofferenze, il rispetto dei requisiti patrimoniali e, in alcuni casi, il rischio di fallimento.

Per comprendere meglio il quadro descritto dalle due società online, in ogni caso, va anche tenuto conto che le pratiche esaminate non riguardano solo le case destinate ad abitazione, ma anche gli investimenti. Un elemento che potrebbe aver alterato sensibilmente i risultati dell’indagine. Come spiega Ivan Cresto, responsabile mutui di Facile.it, «l’Italia attira un numero crescente di investitori stranieri che acquistano anche perché, soprattutto in alcune aree della Penisola, il mattone ha dimostrato di essere un investimento a valore costante se non addirittura crescente».

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