martedì 12 settembre 2017

Produzione industriale su. E il Financial Times tifa Italia

Non si ferma la ripresa della produzione industriale in Italia. Nonostante le attese degli analisti fossero per una frenata dopo l'aumento dell’1,1% rilevato a giugno, anche a luglio è arrivato un incremento dello 0,1%. La crescita è praticamente continua da agosto 2016, a parte la battuta d’arresto  dello scorso gennaio. Un passo falso che non ha, però, intaccato il robusto aumento registrato a luglio su base annua, che  è del 4,4%.


A trainare la produzione sono stati i beni strumentali (+5,9%) e in particolare il settore dell’auto, cresciuto a luglio del 9,1% e nei primi sette mesi dell’anno del 10% rispetto allo stesso periodo del 2017. È «un dato impensabile anche solo uno o due anni fa», ha commentato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, a cui si è immediatamente accodato l’ex premier Matteo Renzi. «Noi portiamo l’Italia fuori dalla crisi. Salvini e Grillo portano l’Italia fuori dall’euro. #differenze», ha scritto su Twitter, per poi aggiungere, in serata, «che non c’è più un gufo a pagarlo oro. Tutti quelli che dicevano che le misure non servivano a nulla ora sono zitti, perché i dati sulla produzione industriale sono un segnale di quello che arriverà». Più attento ai dettagli il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che ha voluto sottolineare l’impatto positivo della sua Industria 4.0: «L’indice riferito ai beni strumentali  e la crescita ancora più significativa della fabbricazione di macchinari e attrezzature (+8,0%) indicano che il piano nazionale funziona nello stimolare e sostenere gli investimenti delle imprese».
Ma oltre all’inevitabile, e scontato, entusiasmo governativo e politico, ad applaudire  questa volta c’è pure la City di Londra. «La ripresa c’è. L’Italia è ora in marcia», si legge sul sito del Financial Times, che definisce i numeri sulla produzione «gli ultimi di una serie di dati migliori delle stime». La forte crescita, prosegue l’articolo del quotidiano londinese, «dovrebbe proseguire» e l’ottimismo «si riflette anche in un miglioramento del mercato del lavoro».

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