martedì 12 luglio 2011

Stangata in anticipo per famiglie e imprese

La manovra potrebbe diventare più salata. È questa una delle ipotesi a cui stanno lavorando i tecnici del Tesoro se l’emergenza europea dovesse continuare a tenere sotto scacco l’Italia. La possibilità non è ancora concreta, ma la voce sta iniziando a circolare. I saldi dovrebbero restare gli stessi, ma alcune misure potrebbe essere rimodulate nei tempi in modo da risultare immediatamente effettive e pesare da subito nelle tasche degli italiani. Se poi le cose dovessero veramente andare male, il governo è pronto a mettere in atto il cosiddetto piano B, che sarebbe quello di tagliare del 15% le agevolazioni fiscali contenute nella delega.

È proprio sulla riforma del fisco che si stanno concentrando le attenzioni dei tecnici e anche quelle degli osservatori europei. Il timore è che i 17 miliardi, su 40, affidati ad un aumento di gettito che dovrebbe arrivare dalla delega assistenziale e fiscale non entrino effettivamente in cassa. Per questo Tremonti ha pensato di inserire il provvedimento nella legge di stabilità che sarà approvata in autunno, per blindare le entrate aggiuntive. Ma c’è chi, come Confindustria, preme per inserire da subito alcune norme nella manovra correttiva. «Alla luce di quanto sta accadendo oggi», ha detto il direttore generale di Viale dell’Astronomia durante l’audizione di ieri davanti alla commissione Bilancio di Palazzo Madama, «occorre fare una riflessione se non sia opportuno un rafforzamento della manovra, nel senso di un anticipo di alcune misure, per esempio quelle lasciate in sospeso e messe in una delega».

Sullo stesso fronte sembrano insistere anche i tecnici del Senato, i quali, dopo aver analizzatoo il testo, hanno osservato che solo il decreto non consente di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2014. E che per far tornare i conti sono necessarie le risorse previste dalla delega. Da qui dovrebbero arrivare, oltre che minori spese, soprattutto maggiori entrate. Nel dettaglio, sempre secondo i tecnici, la composizione della manovra evidenzia un aumento netto del gettito fiscale di 7 miliardi per il 2013 e di 6,6 miliardi per il 2014. Questa potrebbe essere l’entità della stangata che si abbatterà sugli italiani se si decidesse di anticipare il tutto.
Per ora, comunque, tutti, compresa Emma Marcegaglia e molti esponenti del mondo delle banche e delle imprese, sembrano d’accordo su una cosa. La manovra va approvata e subito. L’ennesima giornata di passione per le Borse e per i titoli di Stato hanno infatti prodotto un inedito compattamento di governo, maggioranza e opposizioni sulla necessità di accelerare l’approvazione del testo. Una risposta alla speculazione lanciata dallo stesso ministro del Tesoro Giulio Tremonti, che dovrebbe prendere forma oggi nella riunione della Conferenza dei capigruppo del Senato che taglierà i tempi di esame del decreto come chiesto un po’ da tutti, a partire proprio dal presidente dell’aula, Renato Schifani.

Resta da capire se il governo, come ha sollecitato il capo dello Stato Giorgio Napolitano, aprirà il confronto alle opposizioni e se intende modificare le misure varate. L’idea di «approvare la manovra in una settimana», come ha detto il ministro Tremonti non è caduta nel vuoto. Dopo un giro di telefonate tra il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, il vicesegretario del Pd Enrico Letta e il leader di Idv, Antonio Di Pietro, l’opposizione parlamentare ha concordato sull'opportunità di precentare insieme «pochi» emendamenti comuni, su punti qualificanti, mantenendo invariati i saldi, favorendo così un passaggio parlamentare rapido.
Addirittura su sollecitazione dei presidenti dei gruppi di opposizione (Anna Finocchiaro, Giampiero D’Alia e Felice Belisario) il presidente del Senato Renato Schifani ha convocato per oggi alle 13 la conferenza dei capigruppi per riscrivere il calendario, che inizialmente prevedeva il passaggio in commissione Bilancio per questa settimana, e in aula da martedì a giovedì della prossima.

L’atteggiamento delle opposizioni è stato apprezzato dal capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che ha espresso «disponibilità» del centrodestra «ad un confronto». Cosa farà il governo, però, ancora non è chiaro. Schifani lo ha sollecitato a presentare «subito» le modifiche per permettere un esame più serrato.
Stando alle prime proposte arrivate dai presidenti dei gruppi di Camera e Senato, Cicchitto e Maurizio Gasparri, In particolare, l’attenzione della maggioranza «si sta concentrando su proposte modificative che riguardino la correzione delle norme per tutelare i piccoli risparmiatori e quelle riguardanti le pensioni per tutelare le più basse. Affronteremo poi con un apposito emendamento», spiegano i due, «il tema del patto di stabilità interno, garantendo nel contempo il pieno utilizzo dei fondi europei, che troppe volte l’Italia ha rischiato di perdere».

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