giovedì 7 luglio 2011

Le aziende italiane pagano l’energia il 26% in più dell'Europa

In Italia i prezzi di luce e gas sono i più alti d’Europa. A farne le spese sono soprattutto le piccole e medie imprese. Per le famiglie, invece, il gap si sta assottigliando. Al punto che nelle fasce di basso consumo si paga anche meno della media Ue.

Nella sua prima relazione al Parlamento, il presidente dell’authority dell’energia Guido Bortoni, ha voluto accendere i riflettori principalmente sui consumatori, penalizzati non solo dal caro-tariffe, ma anche da comportamenti non sempre corretti delle aziende. Servono bollette più chiare e trasparenti e bisogna finirla con i contratti non richiesti, ha detto fuori dai denti Bortoni, parlando di «una patologia» del sistema e di «di un fenomeno particolarmente odioso perchè più di altri contiene un esplicito elemento di malafede e fraudolenza». Aziende e consumatori, ha auspicato, dovrebbero trovare una soluzione insieme all’Autorità, altrimenti sarà proprio l’organismo di controllo ad affrontare il problema «con gli altri mezzi a disposizione».

Sul fronte dei prezzi, ha spiegato Bortoni, le più penalizzate sono le famiglie con consumi alti, che spendono circa il 12,3% in più della media europea, mentre chi consuma poco (il 60% del totale delle famiglie) spende il 12% in meno. Il divario complessivo, rispetto agli anni passati, si sarebbe abbassato del 4%. L’anno scorso, nello stesso periodo e nella stessa classe di consumo di riferimento si è evidenziata, in Italia, una «diminuzione dei prezzi dell’energia elettrica per usi domestici del 4%, contro un incremento medio per i prezzi europei che si attesta intorno al 5%». Per le pmi la situazione resta difficile. Nel secondo semestre del 2010 «i prezzi medi per le aziende italiane risultano superiori del 26% al lordo delle imposte, rispetto ai livelli medi europei».
La situazione dell’energia per le società è la medesima di quella delle famiglie. Nelle classi di consumo superiori ai 5.000 Kwh all’anno, nel secondo semestre 2010 si sono registrare, nei prezzi lordi, riduzioni comprese tra l’8% e il 12% rispetto al 2009.  Il prezzo del gas, invece, sempre nel 2010, è rimasto nella media europea, con scostamenti non significativi. Questo, tuttavia, al netto delle imposte. Al lordo, invece, i consumi domestici hanno registrato un livello superiore rispetto alla media Ue con scostamenti che salivano in maniera progressiva all’aumentare della classe di consumo «in conseguenza di un livello di imposizione fiscale relativamente elevato rispetto alla media dei paesi europei».

E proprio in materia di gas Bertoni ha invitato governo e imprese ad accelerare sulla realizzazione di nuove infrastrutture. Altrimenti, ha avvertito, «l’Italia sarà condannata a diventare una provincia del gas e non un Paese-snodo che assume un ruolo cruciale nel nuovo contesto sovranazionale». Quanto alla rete dell’Eni, in mano alla controllata Snam, per Bortoni «resta preferibile» la separazione proprietaria. Se, come permesso dalle norme vigenti, si opterà per una separazione solo funzionale, l’authority vigilerà senza sconti. «La regolazione», annuncia, «giocherà un ruolo decisivo».

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