martedì 17 ottobre 2017

Il Pd dà il bonus agli statali coi soldi delle regioni

Una manovra «snella», con risorse «limitate ma ben utilizzate». Questa la sintesi del premier Paolo Gentiloni e del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, sulla legge di bilancio varata ieri dal Consiglio dei ministri. In realtà, i numeri disegnano una realtà diversa. La manovra vale complessivamente 20,4 miliardi, di cui 9,5 miliardi di coperture e 10,9 di flessibilità sul deficit. Di questi 20,4 oltre 15 servono a sterilizzare le clausole di salvaguardia sull’Iva varate dai precedenti governi, che hanno tranquillamente nascosto la polvere sotto il tappeto scaricando sul futuro i costi delle manovre degli anni scorsi.

Ne rimangono a disposizione per interventi di crescita e sviluppo meno di 5. Quasi la metà di questa dote, però, circa 2 miliardi, è stata ipotecata lo scorso anno, alla vigilia del referendum costituzionale, dai generosi (e non sostenibili) aumenti per gli statali. Un’operazione che tra l’altro caricherà di oneri anche gli enti locali. Gli 1,9 miliardi destinati dalla manovra al rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, che si aggiunge agli 1,2 miliardi già stanziati in passato, serve solo a coprire gli aumenti per le amministrazioni centrali. Secondo quanto recentemente calcolato dal Sole 24 Ore mancano all’appello circa 1,2 milioni di dipendenti di Regioni, Province, Comuni e Università. A gonfiare la loro busta paga dovranno provvedere i datori di lavoro, pescando nei propri bilanci. La cifra da sborsare sarebbe, secondo le stime, di almeno altri 2 miliardi di euro.
I restanti 2/3 miliardi della manovra     sono stati sbriciolati in una pioggerella di mini interventi tra cui spiccano quelli rivolti al Mezzogiorno. Viene rifinanziata per il biennio 2018-2019 la misura che prevede l’ampliamento del credito di imposta per  bene strumentali destinati a strutture del Sud. E c’è anche l’incremento delle risorse del Fondo sviluppo e coesione, rifinanziando la programmazione 2014-2020.  Istituito, infine, il Fondo imprese Sud volto alla crescita dimensionale delle Pmi che era uscito dal dl fiscale.

Sul fronte della decontribuzione si prevede lo sgravio del 50% per le assunzioni stabili degli under 29 per tre anni e per il solo 2018 si potranno incentivare le assunzioni dei giovani under 35. Il bonus sale al 100% per le assunzioni al Sud, e nelle stesse aree resta al 100% anche per tutti i disoccupati da almeno sei mesi, indipendentemente dall’età. L’intervento dovrebbe costare costare 338 milioni il primo anno e salirà a 2,1 miliardi nel 2019
Il reddito di inclusione per lotta alla povertà viene potenziato di complessivi 600 milioni per il 2018, cifra che si aggiunge agli 1,7 miliardi già previsti a legislazione vigente (rispetto ai 7 miliardi calcolati dalle associazioni). Ma nell’ultima manovra della legislatura c’è spazio per un po’ di tutto: dal finanziamento per la lettura al capitolo industria 4.0, dalle detrazioni per il 'verde' su terrazzi e giardini all'assunzione di 1.500 ricercatori passando per la conferma di sisma bonus e ecobonus. Un mix di interventi che prenderà una forma definitiva solo nelle prossime ore, primo dello sbarco in Parlamento previsto per venerdì.

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