sabato 14 ottobre 2017

Forestali e Alitalia. Altri soldi ai fannulloni

Altri soldi e altro tempo per il salvataggio di Alitalia, centinaia di milioni per le Pmi del Mezzogiorno, ulteriori stanziamenti per la riqualificazione infinita di Bagnoli e fondi strutturali per la stabilizzazione dei forestali. Accanto alla rottamazione bis per le cartelle esattoriali, al rifinanziamento delle missioni militari e all’anticipo di 1 miliardo per la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia sull’Iva (gli altri soldi arriveranno dalla flessibilità Ue sul deficit), il governo ha infilato nel decreto fiscale varato ieri una buona dose di misure dal sapore vagamente pre elettorale. Il testo, come è ormai prassi, è stato approvato «salvo intese», il che significa che modifiche e limature sono ancora possibili. E Palazzo Chigi si è ben guardato nel comunicato ufficiale dal dettagliare tutti gli stanziamenti.

Nella bozza entrata nel Consiglio dei ministri, però, figuravano 150 milioni per la crescita delle Pmi del Sud - che si aggiungono al rifinanziamento del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di 300 milioni nel 2017 e 200 nel 2018 - 164 per la riqualificazione di Bagnoli e 3 milioni per Matera. Tra le misure sono anche spuntati 3 milioni l’anno a partire dal 2018 per stabilizzare il personale operaio del Corpo forestale. Ma il piatto forte è sicuramente Alitalia, per cui lunedì scade il termine delle offerte vincolanti. Per evitare un crac (o uno spezzatino) che rischierebbe di mandare per strada buona parte dei 12mila dipendenti a pochi mesi dalle elezioni, il governo ha prudentemente allungato di  6 mesi, fino al 30 aprile, il tempo disponibile per la vendita e ha rimpinguato di altri 300 milioni, prorogandolo fino a 30 settembre 2018, il prestito ponte da 600 milioni che la compagnia avrebbe dovuto restituire a inizio novembre.

Tra le altre misure di rilievo spicca la norma anti scorrerie, che fissa al 10% la quota di capitale  oltre la quale scatta l’obbligo di comunicare le proprie intenzioni e estende il golden power, nei confronti di soggetti extra Ue, a settori ad alta intensità tecnologica come le infrastrutture critiche. Le misure non sono, però, retroattive, quindi non avranno effetto sulla vicenda Vivendi-Mediaset, che sarà affrontata separatamente.  Il dl apre a tutti gli organismi di gestione collettiva, purché no profit e di proprietà degli autori, di rappresentare i propri associati e di procedere direttamente alla raccolta dei diritti, senza l’obbligatoria intermediazione Siae.

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