mercoledì 12 aprile 2017

Niente tagli, il governo assume altri statali

Uscendo dal Consiglio dei ministri che in oltre due ore di confronto ha partorito Def, Pnr e correzione dello 0,2%, il premier Paolo Gentiloni ha assicurato che i «conti sono in ordine, senza aumenti di tasse». Ma bisogna credergli sulla fiducia. Archiviate le chiassose slide di Matteo Renzi, ora nel governo prevale la linea minimal: poche parole e praticamente nessun numero.

La manovra aggiuntiva sul 2017 da 3,4 miliardi è stata approvata con la formula «salvo intese», il che significa che potrà essere rivoltata come un calzino. Non è un caso, come ha ammesso il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che il dettaglio delle misure sarà reso noto solo «nei prossimi giorni». Perché è tutto «quasi ben definito», ma «bisogna che sia tutto ben definito, perché alla fine è il pacchetto che conta». A restare nel vago sarebbero soprattutto le misure che riguardano i tagli di spesa, che «andranno ulteriormente specificate». Per il resto, ha proseguito, la manovrina ha rastrellato risorse «strutturali» con «un efficientamento tributario sulle tasse indirette» e dalla lotta all’evasione. Non si capisce, a questo punto, se il capitolo accise sulle sigarette e giochi, da cui il governo contava di recuperare 6-800 milioni, sia sopravvissuto ai colpi dei renziani, convinti che ogni euro di imposte in più sia un’ipoteca sulle prossime elezioni.

L’unica cosa certa, per ora, è la pioggia di quattrini che si prepara a scendere sugli statali. Sembra che il governo abbia trovato i 2,8 miliardi necessari a garantirre l’aumento da 85 euro per i dipendenti della Pa. Si tratta, secondo le bozze del Def entrate in Cdm, di 1,6 miliardi per il settore Stato e di altri 1,2 per gli enti locali e decentrati. Mentre gli oneri per il 2019 sarebbero di 2,3 miliardi e quelli per il 2020 di 4,6 miliardi. «Il governo mantiene tutti gli impegni, compresi quelli relativi ai contratti pubblici», ha chiarito Padoan. E la ministra della Pa, Marianna Madia, ha subito ribadito via twitter: «Il governo conferma l’impegno economico di 85 euro medi sul rinnovo». Accanto agli aumenti, arriveranno anche le assunzioni. L’infornata più grossa è quella che dei comuni. Come ha spiegato la ministra Elena Boschi, tra i provvedimenti varati ieri dal Cdm, che ha anche approvato il fondo da un miliardo l’anno per il terremoto, c’è pure l’annunciato sblocco del turn over, che passa dal 25 al 75%. Ma non è tutto, perché sempre ieri Padoan ha apposto la sua firma al decreto Madia che prevede altre 2.100 assunzioni nella Pa centrale, con un budget di 123 milioni.

Quanto al Def, ha detto Padoan, il documento stima un crescita del pil in rialzo all’1,1% per il 2017, «grazie alle misure messe in campo dal governo», e una flessione all’1% nel 2018 e 2019, per colpa degli accordi con la Ue, che «impongono una politica fiscale particolarmente stringente». Il deficit, invece, si attesterà al 2,1% quest’anno e all’1,2% nel 2018. Ma questa percentuale, ha avvertito Gentiloni, «è quella molto severa del patto  Ue su cui stiamo trattando». Il debito-pil, ha poi assicurato Padoan, «si stabilizza» e quindi sarà «intorno al valore dell’anno scorso», ovvero il 132,6%. In altre parole, non scenderà, come chiedeva invece Bruxelles, che guarda anche con preoccupazione allo stallo delle privatizzazioni, su cui si è innescato un duello nel Pd. «Troveremo il modo e i canali», ha detto il ministro, ma i numeri, cioè lo 0,5% del pil (8 miliardi), sono «confermati».

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