venerdì 21 aprile 2017

Nella manovra spunta l'aiutino ai petrolieri

Le maximulte per i portoghesi degli autobus ci saranno, così come l’aumento della tassa sulla fortuna, il via libera alle nozze Fs-Anas, l’aumento di capitale di Invitalia (fino a 300 milioni) necessario al salvataggio di Alitalia, la garanzia da 97 milioni per la Ryder Cup di golf, l’esenzione Imu per i petrolieri e, a sorpresa, anche nuove norme per la costruzione di impianti sportivi, leggasi per lo stadio della Roma. Il testo non è ancora arrivato in Gazzetta ufficiale, ma gli interventi sembrano delineati.

Sul fronte tasse si conferma il passaggio dal 6% al 12% dell’imposta sulle vincite oltre i 500 euro, mentre sale dal 6% all '8% il prelievo sul Lotto. Il Preu (prelievo erariale unico sulle slot) passa al 19%, mentre quello sulle videolotteries è fissato al 6%. Mentre l’aumento delle accise sulle sigarette permetterà allo Stato 83 milioni nel 2017 e 125 milioni a regime dal 2018. Per quanto riguarda gli affitti brevi, anche tramite portali come Booking e AirBnb, la cedolare secca scatterà dal primo giugno. Tra le novità c’è la nuova norma ad hoc per lo stadio della Capitale, che regolamenta le demolizioni e le cessioni di superficie, disciplina la realizzazione di immobili non sportivi e concede il diritto allo sfruttamento commerciale dell’area limitrofa in occasione di grandi eventi.
Ma la misura che ieri ha fatto più discutere è quella che esclude definitivamente (e, forse, retroattivamente) da Imu, Ici e Tasi le piattaforme petrolifere in mare territoriale.

La norma segue un orientamento, in contrasto con le sentenze della Cassazione, già espresso la scorsa estate dal governo con un parere del Dipartimento delle finanze che, di fatto, equiparava gli impianti agli imbullonati, esentati dall’Imu con la legge di stabilità 2016. Il regalo alle compagnie petrolifere non è, però, piaciuto a tutti. Anzi. Una ventina di deputati Dem ha scritto al premier e a tutti i ministri coinvolti per denunciare «il danno enorme e del tutto insostenibile per gli enti locali» che potrebbe essere provocato dalla «ipotesi, grave e incomprensibile, di defiscalizzazione degli effetti Ici, Imu e Tasi delle piattaforme petrolifere». Una posizione condivisa dagli scissionisti di Mdp, da Sinistra italiana e dal Movimento 5 Stelle. Sul piede di guerra pure l’Anci, secondo cui la norma «abolirebbe con un colpo di spugna le pretese riconiscute ai comuni». In ballo ci sono le imposte di 119 piattaforme (a cui nel censimento del ministero dell’Ambiente si aggiungono 8 piattaforme di supporto e altrettante strutture non operative) che potrebbero produrre un gettito di 2-300 milioni l’anno.

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