sabato 21 gennaio 2017

Abruzzo, in 30mila ancora senza luce. Partono le cause

Ogni italiano con la corrente in casa su 100 euro di bolletta ne paga 21,2 per il trasporto e la gestione del contatore. Risorse che servono prevalentemente a finanziare lo sviluppo e la manutenzione della rete, sia quella in alta tensione gestita da Terna (che da sola pesa per il 4% della bolletta), sia quella in media e bassa dei distributori locali o nazionali.

Soldi ben spesi? Forse. Certo è che ad ogni imprevisto l' Italia resta inevitabilmente al buio.
Come è accaduto puntualmente anche con il maltempo e le scosse di questi giorni. Complessivamente, secondo le rilevazioni dell' Enel, che gestisce la rete nelle zone colpita, si sono verificati oltre 200 guasti su circa 3mila chilometri di rete e sono rimaste senza elettricità oltre 200mila utenze. Di sicuro la raffica di scosse unita alla neve, al gelo e alle slavine hanno rappresentato una circostanza oggettivamente eccezionale. Come conferma la decisione presa ieri dal Cdm di estendere lo stato di emergenza, destinando anche 30 milioni di euro per i primi interventi, alle 4 regioni colpite. Qualcuno, però, resta convinto che il sistema italiano sia troppo fragile. Secondo il M5S i vertici di Terna ed Enel dovrebbero essere subito convocati in Parlamento. Anche Ap chiede un' inchiesta seria. E forti proteste sono arrivate da molti amministratori locali, a cui si sono subito affiancate le associazioni dei consumatori, che annunciano ricorsi a pioggia e richieste di indennizzi (per l' ondata di maltempo del 2015 in Abruzzo Enel dovette risarcire 120mila clienti per 26 milioni complessivi). Per Emilio Miceli, segretario generale Filctem Cgil, questo è il risultato «del taglio degli investimenti sulle reti, delle mauntenzioni leggere e della dismissione di impianti di produzione considerati onerosi».

Tutt' altra, ovviamente, la versione delle società. «Si è trattato», hanno spiegato i vertici di Enel energia, «di quelli che tecnicamente vengono definiti guasti diffusi che hanno interessato più zone con il crollo sotto il peso della neve di cavi della media e alta tensione, di reti abbattute da alberi crollati e dalla formazione di manicotti di ghiaccio sugli impianti. Stiamo parlando di situazioni eccezionali». Parole che hanno trovato il pieno sostegno del governo. Secondo il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, Enel e Terna «sono le migliori in questo settore» e «negli appenini non si possono interrare i tralicci». Al di là delle polemiche, i due gestori hanno lavorato ventre a terra per ripristinare la situazione. La task force di 200 uomini di Terna aveva già riprisitinato l' alta tensione nel pomeriggio di giovedì.
Mentre l' Enel, con 1.400 uomini e 600 mezzi operativi sul campo, sta riallacciando migliaia di utenze ogni ora. Nella serata di ieri risultavano ricollegate 172mila utenze. Ed entro questa mattina i clienti senza energia dovrebbero scendere dai 45mila di ieri sera a meno di 30mila.

riproduzione riservata Dal 18 gennaio sono oltre 600 - e potrebbero continuare con intensità anche maggiore - i terremoti registrati nell' Italia centrale dall' inizio della nuova sequenza sismica. «Non sappiamo quanta possa essere l' energia ancora da liberare», avverte l' Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Il bilancio complessivo delle vittime si aggrava. Ai morti dell' hotel Rigopiano ne vanno aggiunti altri sei: Mario e Mattia Marinelli, padre e figlio ritrovati in una scarpata nel Teramano; due uomini morti in frazione Ortolano, travolti da una slavina; e una coppia di pensionati di Brittoli, Guerino Ferrante (81 anni) e la moglie Letizia (76), avvelenata dal monossido di carbonio emesso dal generatore acquistato dopo essere rimasti senza elettricità e riscaldamento.
Scrivo per conto della dottoressa Antonella Palombo dopo l' articolo di Libero dal titolo «Caccia alla donna della prefettura che diceva "È tutto in regola"». L' articolo, relativo alla tragica vicenda dell' Hotel Rigopiano, riporta le dichiarazioni del sig.
Quintino Marcella, che afferma di aver telefonato alla prefettura di Pescara il 18 gennaio 2017, per sollecitare l' intervento dei soccorsi (...) Nel prosieguo del pezzo si cita espressamente la mia assistita, quale dirigente dell' Area V dell' Ufficio Territoriale di Pescara. La mia assistita riveste tale ruolo, ma si trova in congedo per ragioni di salute dal 27 dicembre 2016 e non è ancora rientrata al lavoro. Quindi, non era in servizio il 18 gennaio 2017.
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