venerdì 13 luglio 2012

Sberla di Draghi al governo: l'Imu fa danni

Dopo aver alleggerito le tasche degli italiani (solo con la prima rata) di 9,5 miliardi di euro, l'Imu si prepara ad abbattersi anche sul settore dell'edilizia. A lanciare l'allarme è la Bce di Mario Draghi, che nel bollettino mensile di luglio prevede che l'attività del settore delle costruzioni resterà «moderata» a livello europeo, mentre metterà il freno a mano in Italia e Francia. Nei due Paesi, infatti, secondo gli esperti di Francoforte «potrebbero pesare anche i provvedimenti tesi al risanamento dei conti pubblici, come l'aumento delle imposte sugli immobili e il graduale rientro delle misure fiscali a favore degli investimenti in immobili residenziali».

In realtà, spiega a Libero il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti, che oggi interverrà all'assemblea annuale, «nel nostro Paese il danno è già stato fatto». L'effetto freno della patrimoniale sulla casa, «sia psicologico sia sostanziale», si è già verificato e ha colpito un settore già profondamente penalizzato dalla crisi. Basti pensare che dal 2008 al 2012, secondo i dati dell'ultimo Osservatorio congiunturale dell'Ance, gli investimenti sono scesi del 25,8% riportandosi ai livelli della metà degli anni 70, con un impatto imprenditoriale e occupazionale devastante. Dall'inizio della crisi l'associazione dei costruttori stima una perdita di 325mila posti di lavoro, che salgono a 500mila unità considerando anche i settori collegati. Mentre nel solo triennio 2009-2011 ben 7.552 imprese sono entrate in procedura fallimentare.

E' questo il quadro in cui si è inserita la mazzata dell'Imu, che nel 2012, stando alle rilevazioni dei primi mesi (che non dovrebbero essere smentite dai dati aggiornati che saranno presentati oggi dall'Ance), provocherà un'ulteriore contrazione degli investimenti del 6% rispetto al -5,3% registrato nel 2011. Quanto alle compravendite, l'impatto della patrimoniale ha già provocato una riduzione del 19,6%.
«Si tratta», dice Buzzetti, «del combinato disposto della tassa sulla casa, che ha spaventato gli italiani, e della crisi finanziaria, che ha spaventato le banche, provocando una contrazione dei mutui alle famiglie del 50%».
Malgrado la situazione drammatica, però, Buzzetti non ha perso l'ottimismo. Quando la Bce parla di riduzione degli incentivi, spiega, «si riferisce alla Francia, dove il governo sta progressivamente riducendo le agevolazioni fiscali». Per noi, invece, che le misure di sostegno non le abbiamo avute, «c'è la speranza che qualcosa arrivi adesso».

L'attenzione dei costruttori è tutta rivolta al decreto sviluppo, che contiene alcuni interventi importanti per il settore, come le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e l'efficientamento energetico e il ripristino dell'Iva per cessioni e locazioni di nuove costruzioni. I due punti, uniti all'avvio del Piano nazionale per le città, potrebbero sbloccare, secondo le stime dell'Ance, investimenti aggiuntivi per circa 1,5 miliardi nel 2013.
«Ma queste misure da sole non bastano», avverte Buzzetti, «per dare veramente una scossa al comparto dell'edilizia bisogna fare di più». Al primo posto c'è il nodo dell'Imu sugli immobili invenduti la cui esenzione è ritenuta dall'Ance imprescindibile. Poi, secondo Buzzetti, bisognerebbe inserire «una forma di detassazione per gli acquisti di abitazioni fino a 200mila euro, magari con una soglia di esenzione fiscale totale per una soglia di 100mila euro».

In questo modo, forse, si potrebbe compensare l'impatto negativo dell'Imu ed invertire una tendenza che per ora non mostra segni di variazione. In Germania, del resto, il governo è riuscito a far ripertire il settore proprio mettendo in campo sia incentivi rivolti al mercato privato residenziale sia maggiori investimenti nelle infrastrutture. «Il dl sviluppo sembra andare nella direzione giusta», dice Buzzetti, «bisogna solo sperare che non sia troppo tardi».

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