Molti privilegi dei dipendenti, vista la situazione in cui versa Alitalia, saranno probabilmente travolti dal nuovo piano industriale. A partire dai voli gratis per raggiungere la base di partenza (anche se per contratto bisognerebbe abitare nel raggio di 50 chilometri dal posto di lavoro), benefit di cui il personale di volo della compagnia nazionale ha sempre goduto a differenza degli altri vettori, che si limitano a sconti o fanno comunque pagare le tasse aeroportuali.
Ma il vero mondo dorato di piloti ed hostess è quello della previdenza e dell’assistenza. Il personale iscritto al Fondo pensionistico per il personale di volo, ha spiegato l’Inps nella sua operazione trasparenza «Porte aperte», «gode di un trattamento particolare rispetto alla generalità dei lavoratori dipendenti». Piloti, hostess e tecnici, infatti, possono percepire la pensione di vecchiaia con un’età anagrafica più bassa e la pensione anticipata con età e anzianità contributiva ridotte. Le indennità accessorie (in particolare, l’indennità di volo) vengono calcolate interamente ai fini del calcolo delle quote di pensione relative ai periodi fino al 1997, sebbene soggette a contribuzione solo per il 50% (fino al 31.12.2013) e, in via temporanea, a nessuna contribuzione per il 2014 e 2015.
Per avere un’idea della generosità del sistema previdenziale dei piloti l’Inps ha simulato l’importo degli assegni con il nuovo sistema imposto dalla Fornero sulla base dei contributi versati. Ebbene, l’80% delle pensioni considerate avrebbe tagli superiori al 20% se calcolate con il metodo contributivo mentre due terzi del totale sarebbe ridotto tra il 20% e il 50%. Il 17% degli assegni avrebbe, infine, tagli dell’importo superiori al 50%. Le prestazioni totalmente slegate dai versamenti hanno, ovviamente, impattato sui conti complessivi. I risultati economici di esercizio del Fondo (dal 1997 armonizzato con l’assicurazione obbligatoria generale) sono costantemente negativi dal 2006 e hanno portato il patrimonio in negativo a partire dal 2011. L’Inps parla di un trend in continuo peggioramento, con una previsione di disavanzo patrimoniale che nel 2043 superera i 6 miliardi di euro. Soldi che serviranno a garantire ai lavoratori in quiescenza trattamenti addirittura più elevati di quelli dei lavoratori attivi. Alla fine del 2015 la pensione media è stata infatti di 45.334 euro a fronte di retribuzioni medie di 36.256 euro.
E i privilegi, paradossalmente, ti inseguono anche quando il lavoro lo perdi. Tutto merito del Fondo speciale per il Trasporto aereo, trasformato dalla scorsa estate in Fondo di solidarieta, ma senza perdere le sue peculiarità. Il Fondo eroga un’integrazione dei trattamenti di mobilità, cassa integrazione e guadagni straordinaria, cassa integrazione in deroga e solidarietà. I destinatari sono sia il personale di volo (piloti e assistenti) sia il personale di terra, per un totale di circa 150mila potenziali beneficiari, che grazie al fondo possono raggiungere l’80% della retribuzione invece dei 1.167 euro normalmente previsti per le prestazioni di Cigs e mobilità per 7 anni.
Un trattamento di riguardo che non viene, però, finanziato, come accade per tutti gli altri, dal contributo di aziende e lavoratori. Il Fondo speciale è infatti alimentato per circa il 96% dalla fiscalità generale, attraverso un contributo di 3 euro per ogni biglietto aereo acquistato. Un foraggiamento che porta nelle casse del fondo ogni anno circa 220 milioni l’anno. Più, scrive l’Inps, «del finanziamento annuo per la lotta alla povertà attraverso il Sostegno di inclusione attiva contro la povertà.
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