venerdì 18 settembre 2009

Uno scudo con le maglie più larghe

Traffico di organi, tratta delle bianche, narcotraffico. Con lo scudo fiscale anche il mostro di Rostov o quello di Milwaukee finirebbero per sfuggire alle maglie della giustizia. Sarebbe questo, secondo il Pd, l’effetto delle modifiche alla sanatoria contenute nell’emendamento presentato dal senatore del Pdl Salvo Fleres in commissione Bilancio. Con il nuovo testo, tuona il capo dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, che promette “l’inferno” in Aula, «le prove in un procedimento penale per corruzione o per traffico di organi, nonostante siano state offerte spontaneamente per fare rientare i capitali, non si potranno utilizzare». La realtà, spiega la senatrice Cinzia Bonfrisco (Pdl), è «che lo scudo ha bisogno di miglioramenti e chiarimenti. Abbiamo offerto alla riflessione del governo le nostre proposte, che non prevedono stravolgimenti». Il Tesoro dovrebbe presentare le sue valutazioni entro martedì. Sul tavolo c’è sicuramente l’estensione delle garanzie per chi ha procedimenti penali in corso. Un elemento su cui il governo era tornato indietro nella prima formulazione proprio per evitare la prevedibile insurrezione della sinistra, ma che è chiaramente centrale per il buon esito della sanatoria. La questione aperta è se debbano essere inclusi tutti i procedimenti penali aperti alla data del 5 agosto 2009 o se occorra fare distinzioni in base allo stadio del processo escludendo, ad esempio, i procedimenti per reati tributari già arrivati al rinvio a giudizio. L’esigenza di calibrare meglio il raggio d’azione dello scudo viene confermata dai dottori commercialisti. «L’attuale formulazione», ha spiegato il presidente del Consiglio nazionale Claudio Siciliotti, «lascia spazio a profili di incertezza che necessitano chiarimenti. Per certezza intendiamo chiarezza tra cosa lo scudo protegge e cosa no». D’altra parte, c’è anche il rischio che Giulio Tremonti, alle prese con le solite esigenze di bilancio, sia tentato dal calcare un po’ troppo la mano per aumentare l’efficacia, e quindi l’incasso, dello scudo. «È evidente», continua Siciliotti, «che un ampliamento delle fattispecie protette dallo scudo ne può aumentare l’appeal ma è altrettanto evidente che questo obiettivo deve essere contemperato con valutazioni che non siano soltanto di cassa». Il problema principale, a questo punto, è arrivare ad una versione definitiva nel minore tempo possibile. Soprattutto se, come sembra, il governo vuole accorciare i tempi di chiusura dell’operazione al 15 dicembre.

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