Qualcuno, probabilmente, non esiterebbe a definirlo un campione. In senso stretto, però, Rocco Siffredi interrompe la lunga lista di sportivi pizzicati dal fisco. Dopo Max Biaggi, Mario Cipollini, Valentino Rossi e tanti altri, entra nel club anche lui, il re del porno. Siffredi, al secolo Rocco Tano, nato ad Ortona (Chieti) 45 anni fa, è finito nel mirino della Guardia di Finanza per una presunta evasione di centinaia di migliaia di euro attraverso l’apertura fittizia di società in paradisi fiscali, in particolare in Ungheria.Il solito vip che non paga le tasse, si dirà. L’ennesima vittima eccellente che serve al fisco per pubblicizzare adeguatamente l’attività di contrasto all’evasione. Può essere. Ma Rocco Siffredi non è una celebrità come le altre. Le sue gesta, e le sue misure, sono conosciute in tutto il mondo. Attore, regista, produttore cinematografico più volte premiato nel settore dell’hardcore agli Hot d’or di Cannes e agli Avn Awards americani, Siffredi è arrivato ad essere protagonista anche di 25 film hard ogni anno. Secondo una stima approssimativa, alimentata anche dalla leggenda, avrebbe partecipato a più di 1.300 film e avuto rapporti sessuali con più di 4.000 donne. Numeri che, insieme a quelli spropositati (degni del mito assoluto del porno John Holmes) dei suoi attributi, gli hanno procurato l’invidia e l’ammirazione di intere generazioni di adolescenti e no. E che negli ultimi anni, grazie anche alle comparsate in tv e alla stranota e ironica pubblicità delle patatine, gli hanno valso pure la simpatia dei benpensanti e di chi, mentendo, giura di non aver mai visto un sua performance. Inevitabile, visto il soggetto, l’immediata circolazione di battute e giochi di parole, facilmente immaginabili, sulla disavventura di Rocco. Su Facebook, poco dopo la notizia, era già sorto spontaneo un specie di comitato di sostegno. «Dovevi entrare te nel corpo della finanza e non far entrare la finanza nel tuo conto», è uno dei post più eleganti che si possono leggere. Al di là dell’aspetto goliardico, l’operazione della Gdf per Siffredi potrebbe rivelarsi una bella gatta da pelare. Il pornodivo rischierebbe, infatti, non solo una sanzione ma anche il carcere. Una linea di abbigliamento con il marchio R-Rocco e un logo malizioso (una y che evoca il sesso in erezione), un sito di e-commerce con occhiali, magliette, intimo, un sito vietato ai minori di 18 anni (official website of italian stallion) oltre ad altri non ufficiali e poi tutta la produzione hardcore dal 1984 ad oggi (nel 2004 aveva annunciato il ritiro dalle scene, ma l’ultimo film, Animal Trainer 27, è ancora inedito), sono le attività che costituiscono l’impero ufficiale del porno attore. Ma gli accertamenti delle Fiamme Gialle di Chieti, che dallo scorso anno stanno scandagliando la posizione fiscale di tutti coloro che avevano trasferito la residenza all’estero, avrebbero scoperto ben altro. «Incrociando i dati sugli acquisti di veicoli, i contratti di locazione, le utenze domestiche intestate, è emerso anche questo nominativo», riferisce il colonnello Gioacchino Angeloni, comandante provinciale della GdF di Chieti, che sta coordinando le indagini. Siffredi ha anche la disponibilità di una villa a Roma intestata ad una società di capitali di diritto britannico alla quale corrisponde un canone di affitto. «È dunque possibile», continua Angeloni, «che non abbia rescisso il rapporto con l’Italia, anzi riteniamo che è qui per oltre metà dell’anno solare». E dunque deve pagare tutte le tasse in Italia ed eventualmente scomputare con il credito di imposta quelle pagate all’estero. Nell’indagine sarebbe coinvolta anche la moglie, ex pornodiva, socia dell’attività di produzione in Ungheria, dove Siffredi dal ’95 ha trasferito il suo lavoro. L’imponibile evaso finora accertato è «intorno ai 200.000 euro ma l’indagine è ancora aperta con verifiche bancarie. Se si dovessero superare i 77.600 euro per anno e per imposta si rischia la condanna alla reclusione da uno a tre anni».
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