giovedì 31 marzo 2016

Tutti i trucchi per salvarsi dalle trappole del canone

Se l'intento era quello di fare cassa, il governo raggiungerà agevolmente l'obiettivo. Oltre a complicare non poco la vita dei cittadini, le innumerevoli trappole disseminate nella nuova normativa sul canone Rai in bolletta produrranno sicuramente una robusta mole di pagamenti non dovuti. La grande rivoluzione voluta da Matteo Renzi a grandi linee la conosciamo un po' tutti. Dal primo luglio, così come previsto dai commi da 132 a 160 della legge di stabilità, l'imposta per il possesso di un apparecchio radiotelevisivo (ma non per il pc su cui possiamo vedere la tv in streaming) sarà addebitato in una maxirata da 60 euro e in due da 20. A luglio si pagheranno ovviamente gli arretrati dal primo gennaio 2016 e poi l'incasso andrà a regime. L'ammontare del canone, in previsione di un abbattimento dell'evasione (attualmente circa il 30% degli utenti) scende da 113,5 a 100 euro. Messa così sembra facile. E anche conveniente. Tutt'altra, purtroppo, la realtà.

NORME ASSURDE
La farraginosità della nuova normativa (non ancora definitiva mancando ancora il decreto attuativo del ministero dell’Economia e dello Sviluppo) balza agli occhi fin dalle cose apparentemente più semplici. Nelle istruzioni recentemente pubblicate dall’Agenzia delle Entrate, ad esempio, il televisore viene definito «un apparecchio atto a ricevere le radioaudizioni se e solo se include nativamente gli stadi di un radioricevitore completo: sintonizzatore radio (che operi nelle bande destinate al servizio di Radiodiffusione), decodificatore e trasduttori audio/video per i servizi radiotelevisivi, solo audio per i servizi radiofonici». Non fosse che in testa al documento c’è la parola «televisione», molti penserebbero di non aver mai posseduto un apparecchio del genere. Ma non è che l’inizio.

DOPPIO CANONE
I problemi principali sorgono per chi, e saranno molti, richia di pagare un doppio canone o un’imposta non dovuta. Tutta l’operazione si basa, infatti, sulla presunzione del possesso, in base al principio secondo cui ad ogni utenza elettrica corrisponde un televisore. E ad ogni televisore corrisponde un abbonamento, la cui titolarità sarà assegnata automaticamente dal fisco all’intestatario della bolletta. In tutti i casi in cui l’equazione (scaturita da uno scambio di informazione tra fisco, Acquirente unico e società elettriche) sia sbagliata spetterà al contribuente attivarsi per dimostrare il contrario. Lo strumento principe per evitare il pagamento sarà la presentazione all’Agenzia delle Entrate di una «dichiarazione sostitutiva relativa al canone di abbonamento alla televisione per uso privato.
E qui comincia il bello. Intanto né i moduli né le istruzioni per la compilazione arriveranno a casa. Bisognerà scaricarli necessariamente da internet. E fare molta attenzione alle date.

GIUNGLA DI SCADENZE
Chi non è abbonato e non ha un televisore, ma ha un’utenza elettrica, deve presentare l’autocertificazione ogni anno. Per il 2016 la scadenza sarà il 30 aprile per l’invio cartaceo tramite raccomandata (con un costo tra i 5 e i 7 euro) e il 10 maggio per via telematica, ma a regime l'appuntamento sarà per il 31 gennaio. Con una serie di avvertenze. Se si presenta il modulo dal 1 febbraio al 30 giugno si ottiene l’esenzione solo per il secondo semestre dell’anno. Se si presenta dopo il 1 luglio si ottiene l’esenzione per l’anno successivo.
Questa sarà la strada anche per evitare il doppio canone. La legge, infatti, prevede che l’abbonamento venga pagato da ogni famiglia anagrafica ovvero da «un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune». Due soggetti che fanno parte della stessa famiglia anagrafica (coniugi, padre e figlio), ma titolari di utenze elettriche separate dovranno dunque inviare il modulo per non pagare due volte. Per chi è già abbonato e si è disfatto del televisore o per gli anziani ricoverati la situazione non è chiara. L’Aduc, per evitare sorprese, consiglia di inviare anche il modulo di disdetta per cessazione o rottamazione o quello di disdetta per ricovero in una struttura sanitaria.
Chi è stato solerte, poi, rischia di vedersi comunque addebitato il canone. Le autocertificazioni presentate dal 1 gennaio 2016 al 23 marzo 2016, possono infatti essere ritenute valide solo se contengono tutti gli elementi previsti dal modulo pubblicato il 24 marzo. Stesso rischio per chi si è fatto «suggellare» l’apparecchio (pratica non più prevista dalla nuova norma). Le istruzioni dell’agenzia delle Entrate prevedono che anche chi ha fatto mettere i sigilli alla tv e non ne abbia altri debba inviare il modulo. Da oggi e per sempre.

ANZIANI E BADANTI
Ma i problemi non riguardano solo i titolari di utenze, che saranno presumibilmente inondati di addebiti in bolletta. La titolarità dell’abbonamento segue in teoria l’utenza. Ma anche chi non è intestatario potrebbe dover pagare. Un inquilino in affitto, ad esempio, dovrà versare l’obolo, anche se l’elettricità è intestata al proprietario. Così come ogni studente residente in una abitazione. E il balzello colpirà anche le badanti. Non avendo rapporti di parentela o di affinità con i titolari della bolletta, chi assiste una persona anziana dovrà pagare un altro canone oltre a quello già pagato dal datore di lavoro, magari per lo stesso televisore. In tutti questi casi il canone arriverà a casa in una soluzione unica con il vecchio bollettino della Rai. Stessa procedura per chi riesede nelle isole non interconnesse alla rete elettrica nazionale (Ustica, Tremiti,Levanzo, Favignana, Lipari, Lampedusa, Linosa, Marettimo, Ponza, Giglio, Capri, Pantelleria, Stromboli, Panare, Vulcano, Salina, Alicudi, Filicudi, Capraia,Ventotene).

ESENZIONI E RIMBORSI
Anche sulle esenzioni c’è incertezza, essendo il decreto attuativo ancora in attesa dei pareri del consiglio di stato e dell’authority per l'energia. Si è parlato degli ultrasettantacinquenni con un reddito complessivo fino a 8mila euro lordi. Ma solo se sarà recuperata una quota non definita di evasione. Per ora dunque valgono le vecchie regole con soglia di 6713,98 euro. Pure sui rimborsi regole da definire. Per il canone non dovuto è prevista la compensazione in bolletta, ma la richiesta di rimborso «è effettuata con le modalità definite» dall’Agenzia delle entrate con un provvedimento da varere «entro 60 giorni dall’emenazione del decreto».

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