giovedì 10 marzo 2016

Sottratti 14 miliardi al fisco, le polizze finite alle Bermuda

Quattordici miliardi sottratti al fisco attraverso la sottoscrizione di false polizze assicurative da parte di 13-14mila clienti. È questo lo scenario su cui sta indagando la procura di Milano, che ha incaricato il Nucleo tributario della Guardia di Finanza del capoluogo lombardo di passare al setaccio i conti bancari del gruppo Credit Suisse. Attività che è ancora in corso. Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto, Francesco Greco, insieme ai pm Gaetano Ruta e Antonio Pastore, sono ipotizzati i reati di frode fiscale, ostacolo all’attività di vigilanza, riciclaggio e abusivismo finanziario. La banca svizzera è invece indagata per la legge 231, relativa alla responsabilità amministrativa delle società. Nel mirino, però, ci sarebbe solo Credit Suisse Ag. Non risulta, infatti, coinvolta la filiale italiana del gruppo, dalla cui documentazione sequestrata a fine 2014 sono però scattati gli accertamenti.

La maxi frode fiscale sarebbe stata realizzata, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, attraverso una serie di operazione tra il Liechtenstein e le isole Bermuda. Gli investigatori ipotizzano un’attività di promozione di false polizze assicurative rivolte a clienti italiani che non sarebbe poi stata inserita nella contabilità ufficiale della Credit Suisse Life & Pension (Cslp).
Secca e concisa la replica del gruppo. In merito all’inchiesta della Procura di Milano Credit Suisse Ag si è limitata d affermare che le sue «attività con clienti privati sono sistematicamente concentrate su patrimoni dichiarati».
Lo ha ha fatto sapere un portavoce da Zurigo, aggiungendo che il gruppo ha «chiare regole interne e processi per assicurare che si conduca il lavoro in accordo alle leggi in vigore in Italia». In relazione alla voluntary disclosure approvata dal governo italiano nel 2014, si legge in una nota, l’istituto svizzero «ha immediatamente chiesto ai propri clienti di fornire prove per dimostrare di essere in regola dal punto di vista fiscale. Questo processo è stato virtualmente concluso».
Credit Suisse non è la prima banca svizzera finita nel mirino della giustizia negli ultimi mesi.   Alla fine di febbraio, ad esempio, l’altra grande banca svizzera UBS è stata incriminata in Belgio per «frode fiscale grave e organizzata» dalla Procura di Bruxelles, una settimana dopo l’annuncio della chiusura di un’indagine in Francia per lo stesso motivo. E ieri si è appreso che sotto inchiesta a Parigi è finita anche la banca privata Edmond de Rothschild. Secondo lo stesso istituto  l’indagine riguarda «una relazione d’affari oggi chiusa gestita da un ex collaboratore della banca».

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