martedì 22 marzo 2016

Roma butta ogni anno 250 milioni di euro di affitti

Trecento milioni di euro l’anno invece dei 50 oggi previsti. È questa la cifra che il Campidoglio potrebbe incassare adeguando gli affitti dei suoi immobili ai valori di mercato. Ieri il commissario straordinario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca, pur ammettendo l’impossibilità di una mappatura dell’intera città, ha voluto dimostrare l’efficacia del suo nuovo sistema di controlli integrato, snocciolando un po’ di dettagli sulla situazione grottesca emersa dall’analisi del I municipio, dove si trovano i casi più eclatanti di affittopoli.

Nel mirino principalmente il tasso di morosità, che considerando i 574 immobili dati in locazione nelle zone più prestigiose della Capitale (cui cui Tronca dice di avere tutti i singoli dati) provoca al comune 9,4 milioni di perdite. Dall’indagine più approfondita svolta su 289 immobili sempre del centro storico sono emersi 4,5 milioni di canoni non pagati (l’85%), di cui 1,8 milioni per l’uso abitativo e 2,6 per quello commerciale. Senza contare i 30 locali fantasma di cui non risulta traccia in Campidoglio. Tirando le somme, nel 2015 per i 28mila immobili posseduti nel territorio della Capitale il Comune ha incassato 25 milioni di euro, il 50% dei 50 previsti. Con una morosità che nel dato storico arriva fino a 375 milioni.

Tronca ha ovviamente puntato il dito anche sugli affitti irrisori, spiegando che in molti casi il privilegio riguarda cittadini con redditi o volumi d’affari non indifferenti, come 700mila euro per un canone di 220 euro al Colosseo o più di un milione di euro per un canone di 380 euro a Trastevere. Il Commissario ha poi voluto offrire alcuni esempi di affitti «patetici», come gli 1,81 euro al mese per una casa a due passi dalla stazione Termini o i 4,17 euro per abitare vicino piazza Mazzini. La cifra sale a 5,18 euro per un appartamento nella centralissima Campo de’ Fiori fino ai 33 euro per la zona del Colosseo.
Quello che Tronca non ha calcolato è la perdita potenziale per il Comune con tali oboli. Abbiamo provato a fare due conti mettendo a confronto gli affitti percepiti dal Campidoglio con i valori di mercato. Il risultato è che anche se tutti i fortunati locatari degli immobili versassero mensilmente il dovuto, il Campidoglio perderebbe comunque circa 250 milioni l’anno. Soldi che potrebbe incassare semplicemente attraverso una revisione soft dei canoni.

Dividendo il numero degli immobili per gli incassi previsti si scopre infatti che l’affitto medio pagato al Comune è di 140 euro al mese. Una cifra che risulterebbe sproporzionata anche rispetto alle quotazioni di una delle zone più economiche della città, Osteria Nuova-Casaccia, dove gli affitti, secondo la banca dati dell’Agenzia delle Entrate, vanno dai 6 ai 9 euro a metro quadro. Il che significa, per un appartamento di taglio piccolo da 60 mq, che il canone mensile di mercato oscillerebbe tra i 360 e i 540 euro. Considerato un affitto medio a Roma di 14,5 euro (così come calcolato da numerose società di intermediazione immobiliare per il residenziale, mentre il commerciale è ben più alto) e ipotizzando che i locali siano tutti di 60 mq (stima inverosimile al ribasso) si avrebbero affitti medi di 870 euro al mese, per un totale annuo di 10.440 euro. Moltiplicando per 28mila si scopre che il Campidoglio potrebbe incassare 292 milioni l’anno, rispetto ai 50 milioni stimati attualmente.

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