La Popolare di Bari s’incammina verso la trasformazione in spa e mette in cantiere la prima operazione ufficiale con la Gacs, la nuova garanzia pubblica del Mef stabilita di concerto con la Ue. Il cda ha approvato ieri un programma di cessione di crediti deteriorati (Npl) per un importo lordo di oltre 800 milioni di euro mediante una cartolarizzazione pubblica destinata al mercato istituzionale.
La dismissione, che permetterà al gruppo di migliorare gli indicatori patrimoniali e di redditività in modo da assorbire l’impatto dell’acquisizione di Banca Tercas e Caripe, ha subito raccolto il plauso di Via XX Settembre, che attendeva l’occasione per sgombrare il campo dalle perplessità di alcuni settori del mercato verso la novità normativa. Il ministro Pier Carlo Padoan si è detto «molto soddisfatto» della decisione della popolare pugliese, che dimostra «l’utilità dello strumento». «La Gacs», si legge in una nota del Mef - è stata istituita per incoraggiare gli istituti a cedere crediti deteriorati e, come riportato anche nelle motivazioni della Banca Popolare di Bari per la decisione sul suo utilizzo, la sua struttura favorisce l’avvicinamento tra gli operatori dei settori che esprimono domanda e offerta».
La cessione delle sofferenze rientra in una più ampia operazione di pulizia del bilancio messa in atto da Pop Bari in vista della trasformazione in spa. L’istituto ricorda coma il bilancio 2015 rifletta «azioni e rettifiche straordinarie, segnando un risultato netto negativo di circa 297 milioni di euro, pur a fronte di risultati ordinari gestionali positivi».A pesare sui conti sono stati, in particolare, le rettifiche sui crediti e altre attività finanziarie per 251 milioni di euro, «svalutazione non ripetibile prudenziale di 271,5 milioni» sugli avviamenti, i contributi straordinari per il salvataggio delle 4 banche (circa 10 milioni) e i costi per il piano di esodi incentivati di personale per 48 milioni. Le azioni adottate sull’esercizio dello scorso, senza le quali i conti sarebbero stati in attivo, portano però «ad un risultato di pre-consuntivo dei primi 3 mesi del 2016 soddisfacente e sopra le aspettative».
Sul fronte dei coefficienti patrimoniali di gruppo il valore del Tier1 si è attestato al 10,14% a fronte di un requisito minimo del 8,5% e un valore di Total Capital Ratio del 13,65% a fronte di un requisito minimo del 10,5%, «con una forte posizione di capitale e di liquidità sia attuale che, soprattutto, prospettica».
Le decisioni prese dal cda di ieri, si legge in una nota «creano le premesse per l’attuazione del nuovo piano industriale 2016-2020». L 'obiettivo è consolidare il posizionamento di mercato nei territori d’elezione per accompagnarne la crescita (Puglia, Basilicata, Abruzzo e Umbria), attraverso l’evoluzione del modello di business, il miglioramento dell’efficienza operativa e un forte presidio del credito.
Il consiglio ha inoltre deliberato l’integrazione di Tercas e Caripe, da realizzare entro il primo semestre 2016. Si tratta, spiega la banca, di un passaggio «fondamentale per la semplificazione del gruppo», che porterà «ulteriori benefici ed efficientamenti, oltre a quelli già realizzati in virtù del complesso lavoro di ristrutturazione delle due controllate».
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