sabato 7 maggio 2011

Ripartono i senior bond. Montepaschi coglie l’attimo

Questione di finestre. Potrà sembrare strano, ma è questo il segreto per superare senza traumi le fasi più buie del mercato finanziario. Ne sa qualcosa Mps, che ha saputo aspettare il momento giusto per tornare ad operare su un terreno fino a pochi mesi fa insidioso come quello del debito senior. L’operazione è stata chiusa proprio in questi giorni. A fronte di un libro ordini che ha registrato richieste per 2,2 miliardi provenienti da oltre 200 investitori istituzionali Banca Monte Paschi ha collocato sul mercato un’emissione da 1,75 miliardi con durata 2,5 anni. Assolutamente in linea il prezzo, con una cedola al 4,125%, che corrisponde a 163 punti base sopra l’euribor. Questione di finestre, spiega a Libero Massimo Molinari, capo della tesoreria della banca senese. «Per molti mesi», dice, «siamo restati prudentemente sul mercato dei covered bond visto che quello dei senior era finito sotto il fuoco incrociato del terremoto finanziario e degli effetti di Basilea III che hanno reso il segmento molto volatile e poco conveniente».

E come avete capito che era il momento adatto per cambiare marcia?
«Non c’è mai un momento giusto. C’è uno scenario più favorevole. Una finestra temporale nella quale infilarsi, come abbiamo fatto, noi e Banca Intesa proprio in questi giorni. Poi c’è sempre l’incognita del mercato. Per questo siamo particolarmente soddisfatti. Non solo perché l’operazione è andata bene, ma perché dietro il successo dell’emissione c’è un segnale importante sulla ripartenza di un segmento finora molto a rischio».
Ma alla fine tutti i problemi di liquidità delle banche negli ultimi due anni si riducono ad errori nello scegliere gli intervalli temporali?
«Non è così semplice. Noi abbiamo un accesso al mercato del funding molto selettivo e possiamo permetterci di aspettare i tempi giusti. Ma non tutti possono farlo».
Sta dicendo che se si è con l’acqua alla gola non si può andare tanto per il sottile?
«Non è solo un tema di necessità assolute, ma di corretta programmazione, in mancanza di questo  è quasi sicuro che si va sul mercato nel momento in cui le richieste sono basse e i costi sono alti. La verità è che la gestione della tesoreria è ormai diventata un fattore di vantaggio, o svantaggio, competitivo».
L’obbligazione ha qualcosa a che fare con i nuovi Contingent Convertible, i cosiddetti coco bond?
«Assolutamente no. È un’emissione ordinaria per rifinanziare un debito senior in scadenza destinata esclusivamente agli investitori istituzionali. In altre parole, non finirà in tasca ai risparmiatori».
Il successo dell’operazione di finanziamento avrà una ripercussione positiva sull’aumento di capitale da 2,4 miliardi?
«Semmai il contrario. È bastato l’annuncio dell’aumento per spingere le agenzie di rating ad aumentare il giudizio sul debito di Mps. Questo significa che il mercato ha accolto positivamente la decisione di rafforzamento patrimoniale e che sarà più facile e meno costoso raccogliere capitali».

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